Qualcuno, come lo scrittore Luca Bottura, aveva ridicolizzato l’episodio descrivendolo come una sorta di trascurabile bagatella. Solo “quattro pernacchie” e via. Altri, invece, avevano addirittura insinuato che quelli di Pro Vita e Famiglia si fossero procurati il danno da soli per poi fare le vittime. A quasi quindici giorni dal raid contro la sede dell’associazione, tuttavia, un video mostra una versione dei fatti totalmente diversa e smentisce quelle teorie complottiste. Non che ci fosse bisogno di un super detective per sapere cosa fosse accaduto quel giorno; del resto, erano stati gli stessi attivisti delle associazioni transfemministe a rivendicare l’agguato a seguito del quale negli uffici della onlus era stata anche rinvenuta una bottiglia con polvere pirica all’interno.
In un filmato pubblicato sui social proprio da Pro Vita, si vede non solo il momento in cui l’ordigno viene lanciato all’interno dell’edificio ma si scopre anche che il congegno “aveva l’innesco acceso per l’esplosione“. A sostenerlo è la stessa associazione. “Grazie a Dio la miccia si è staccata poco dopo la caduta a terra accanto a tende, scrivanie di legno e altro materiale altamente infiammabile. In caso di esplosione, l’incendio generato avrebbe potuto ridurre la nostra sede a un cumulo di cenere (sì, sì, lo sappiamo che alcuni rimpiangono questo finale… banale)“, si legge sui social della onlus presa di mira dai militanti del corteo transfemminista del 25 novembre scorso.
ERA ACCESA
Le registrazioni del circuito interno dimostrano che l’ordigno gettato nella sede di @ProVitaFamiglia a Roma sabato 25 novembre da partecipanti al corteo ‘trans-femminista’ di Non Una Di Meno, rinvenuto pieno di polvere da sparo dagli artificieri chiamati dalla… pic.twitter.com/yQlVhznctw— Pro Vita & Famiglia (@ProVitaFamiglia) December 7, 2023
Pro Vita ha quindi ricordato e smentito le accuse che alcuni, da sinistra, le avevano rivolto: di aver inventato tutto, di aver collocato l’ordigno, di aver esagerato sulla pericolosità dell’oggetto rinvenuto e messo in sicurezza dagli artificieli. Di aver taciuto sulla presunta assenza dell’innesco. “Accuse ridicole e dimostrate tutte false, inventate per smarcarsi dall’imbarazzo di dover condannare l’attentato e le sue autrici ‘trans-femministe’ durante una manifestazione ‘democratica e progressista’, animata dalla sinistra movimentista e appoggiata da quella parlamentare“, hanno contrattaccato gli attivisti della onlus, spiegando che il filmato andrà ad arricchire il materiale acquisito dalle autorità per fare chiarezza sull’accaduto e sulle responsabilità.
Da Pro Vita è arrivata anche una seccata riflessione sul persistente silenzio di ampia parte della sinistra. “A quasi 2 settimane dagli eventi, e più volte sollecitati in tal senso, né il Segretario del Partito Democratico, né il Sindaco di Roma hanno mai ritenuto di dover esprimere una condanna politica contro chi quella sera urlava l’intenzione di ‘Bruciare tutto, ma coi ProVita dentro’, mentre tentava materialmente di farlo“, si legge sulla pagina social dell’associazione. E infine: “Ce ne ricorderemo, e ve lo ricorderemo ogni volta che proverete a ergervi paladini morali contro violenze, discriminazioni e negazioni di diritti civili e libertà fondamentali“.