“Mi sembra che il ministro sia molto nervoso e quando uno è nervoso perde la lucidità”. Il direttore del Giornale Alessandro Sallusti rispedisce al mittente le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che questa mattina ha annunciato di voler querelare il nostro quotidiano. Non gli è piaciuto il titolo in apertura Inchiesta su Crosetto. Titolo che riassume perfettamente quanto accaduto ieri, e cioè il colloquio con il procuratore di Roma dopo le dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera in tema di giustizia. “L’articolo che abbiamo pubblicato è perfetto – rimarca Sallusti – il titolo è una sintesi come tutti i titoli lo sono”. L’inchiesta è, infatti, sul tema sollevato da Crosetto e non su Crosetto. “E questo – taglia corto il direttore – credo che lo capisca anche uno stupido…”.
Riavvolgiamo il nastro per un secondo e ripartiamo dal principio. “L’unico problema (per il nostro governo, ndr) è l’opposizione giudiziaria”, aveva spiegato Crosetto lo scorso 26 novembre in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. “A me – aveva raccontato – raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'”. Era subito scoppiato un pandemonio. L’ira dell’Anm, le barricate delle toghe tout court, l’assalto delle opposizioni e infine, come era del tutto prevedibile, l’accertamento della procura di Roma. Perché era pressoché impossibile che la clamorosa denuncia del ministro della Difesa potesse cadere nel vuoto senza che nessuno andasse a fondo a capire se effettivamente una “corrente” della magistratura si sta muovendo per far cadere il governo Meloni. Ieri sera Crosetto è stato convocato dal procuratore capo Francesco Lo Voi che ha appunto voluto vederci chiaro sui suoi timori.
Il faccia a faccia è durato un’ora e mezza circa e il nostro quotidiano ne ha dato notizia raccontandone i contenuti e spiegando che Crosetto non è in alcun modo indagato ma che è stato sentito come persona informata sui fatti. Al ministro, però, non è andato giù. E così, questa mattina, ha annunciato querela. “Oggi quasi tutti i quotidiani danno dell’incontro una rappresentazione corretta – si legge nella nota – il Giornale, invece, inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso costruito evidentemente con il solo intento di infangare”. A detta del ministro titolo e articolo rivelerebbero “la chiara volontà di mistificare la realtà e trasmettere un messaggio tanto diffamatorio quanto falso” dietro al quale, sempre a suo dire, ci sarebbero – addirittura – dei “mandanti”.
Le accuse e la querela arrivano in redazione come un fulmine a ciel sereno. Perché mai e poi mai l’intento dell’articolo era di diffamare il ministro. E Sallusti glielo fa subito notare: “L’articolo che abbiamo pubblicato è perfetto”. Il titolo, infatti, altro non è che una sintesi. Accade sempre così. E non solo da noi al Giornale, ma in tutti i quotidiani. L’articolo, poi, spiega molto bene che l’inchiesta non verte su Crosetto ma sulle sue dichiarazioni. “Lo capisce anche uno stupido…”, chiosa il direttore. Che, poi si chiede: “Come mai non ha querelato anche il Corriere della Sera che lui sostiene abbia fatto nel titolo una sintesi eccessiva del suo pensiero?”. Evidentemente, ipotizza Sallusti, “ha qualche timore a querelare il Corriere della Sera e pensa di avere gioco facile a querelare giornali che gli sono sempre stati vicini nella sua azione”. Quanto allo spettro dei “mandanti“, beh, come spiega il direttore del nostro Giornale, fa anche questo “parte del nervosismo che rende Crosetto poco lucido”. “Io non so quali sono i mandanti di Crosetto – conclude Sallusti – so che io non ho mandanti”.