Doveva essere il booster della ripresa, la benzina per la crescita del Pil. Invece ha aperto una una voragine che ha inghiottito già oltre 100 miliardi e che costringe l’Italia in una posizione difficile in vista nel nuovo Patto Stabilita sul tavolo dei negoziati europei. Fratelli d’Italia chiede una commissione d’inchiesta sul Superbonus voluto dal M5s. Forza Italia, col vicepresidente della Camera Mulé spalleggia: «Una commissione d’inchiesta non si nega a nessuno». La misura che per l’ex premier Giuseppe Conte avrebbe risollevato l’economia del Paese post pandemia, è il macigno sulla manovra di oggi e sui conti dei prossimi anni.
«La manovra è stato un lavoro difficile. A farle quando ci sono i soldi sono buoni tutti…», dice la premier Giorgia Meloni. L’operazione sui crediti edilizi infatti pesa circa venti miliardi (1% del Pil) che vanno ad aggiungersi al debito italiano in ciascuno dei prossimi quattro anni. Una mina pericolosa sul percorso di risanamento del debito previsto dalle nuove regole del Patto di stabilità che scatteranno dal 2024, in fase di definizione sotto il pressing della Germania. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti chiama in causa il dossier dei crediti edilizi proprio in riferimento alla regola del taglio annuo del debito dell’1% del Pil per i paesi più indebitati. Questa riduzione «si sarebbe verificata già l’anno prossimo se non ci fosse l’eredità del Superbonus», spiega: questa regola «non fa paura all’Italia», ma – osserva – «deve iniziare quando gli effetti del Superbonus si saranno esauriti». Insomma un macigno. «Il bonus, voluto e ancora difeso con pervicacia da Giuseppe Conte e dal Movimento Cinquestelle, non è stato altro che la più grande mangiatoia di ladri e truffatori della storia d’Italia – attacca il deputato di Fratelli d’Italia, Francesco Filini (foto)-Fratelli d’Italia chiederà l’istituzione di una commissione d’inchiesta, per fare definitivamente chiarezza ed affinchè emergano le responsabilità sul più grande scandalo della stagione di governo giallorosso”, conclude.
C’è stato «un uso distorto del bonus, con 20 miliardi all’anno di buco da coprire per norme figlie dell’incompetenza e della superficialità», rincara l’azzurra Licia Ronzulli. Del resto Conte ha sempre avuto una narrazione tutta sua. Al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha detto che se nel biennio 2021-22 «siamo stati la locomotiva d’Europa» con una crescita cumulata dell’11 per cento, il merito è in gran parte proprio del Superbonus. «Non è Tele5stelle a dirlo ha spiegato Conte è scritto nella relazione dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, che il 40 per cento di quell’11 per cento di pil è dovuto a questo meccanismo». Peccato che l’ufficio parlamentare di bilancio della Camera nella sua relazione di marzo 2023, precisi che il moltiplicatore del Superbonus è «poco al di sotto dell’unità» e rispetto al contributo alla crescita del pil dell’investimento in costruzioni residenziali indicato dall’Istat per il 2021-22 in 2 punti percentuali, solo «la metà è ascrivibile all’incentivo fiscale».
Cioè l’1 per cento del pil in due anni che, rispetto a una crescita di circa 11 punti, è meno del 10 per cento del totale. Non il 40 per cento di cui parla Conte.
I numeri: i lavori avviati nei condomini in tutta Italia valgono oltre 54 miliardi, ma resta da finire un quarto dei lavori, secondo l’Ance, per 13 miliardi. Senza una proroga i condomini non potranno più beneficiare del 110.