Il mondiale meno combattuto degli ultimi anni rischia di avere una coda polemica estremamente pesante, tanto da gettare ombre serie sulla prossima stagione. Dopo le accuse molto esplicite di tre team manager di F1 ad una rivista britannica, la Federazione Internazionale dell’Automobile avrebbe infatti avviato un’inchiesta ufficiale nei confronti di una delle figure più rispettate e temute del paddock, Toto Wolff. Il numero uno della Mercedes e la moglie Susie, capo della neonata F1 Academy, la serie riservata alle donne sponsorizzata da Liberty Media, sono accusati di aver passato informazioni sensibili e riservate non disponibili alle altre scuderie. Un conflitto di interessi molto pesante che potrebbe causare sconvolgimenti in vista della stagione 2024.
La “talpa” del paddock
Il linguaggio diplomatico usato dalla Fia nel comunicato che ha informato i media dell’inchiesta in corso deve essere letto tra le righe, mentre le accuse lanciate nei confronti del team manager della Mercedes dai suoi colleghi erano state chiare come il sole: Wolff sarebbe la talpa della F1, rivelando tutto quel che viene detto nelle riunioni delle varie scuderie in cambio di vantaggi personali e per la sua squadra. Il referente preferito di Wolff sarebbe Stefano Domenicali, ceo di Formula One Group, che, almeno a sentire le tre scuderie scottate, saprebbe cosa si dice nelle riunioni riservate “nel giro di 30 secondi”. Il comunicato di oggi della Fia, in pratica, conferma queste speculazioni: “La Fia è a conoscenza delle speculazioni dei media, incentrate sull’accusa di diffusioni di informazioni di natura confidenziale trasmesse ad un responsabile di un team di F1 da parte di una persona della Fom. Il Dipartimento di Conformità sta esaminando la questione”.
Pur senza mai fare i nomi del dirigente delle Frecce d’Argento o della moglie, il riferimento è più che chiaro, come il fatto che questa ‘relazione speciale’ avrebbe fornito vantaggi molto concreti alla Mercedes nel corso delle ultime stagioni. Il fatto che a fare il doppio gioco siano sia il marito che la moglie fa, poi, sorgere più di un sospetto sulla nomina di Susie Wolff a capo del nuovo campionato riservato alle pilote donna. Di questo rapporto eticamente dubbio si parlava da mesi, ma le voci si erano intensificate parecchio nella passata stagione, quando Wolff era stato il primo a sapere che la Red Bull aveva violato il budget cap, ben prima che la Fia rendesse ufficiale l’esito dell’indagine interna. Naturalmente non è dato sapere quali saranno i risultati dell’inchiesta appena indetta dalla Fia ma fare luce su questa area grigia potrebbe avere effetti dirompenti in una Formula 1 già perseguitata da fin troppe polemiche.
“Una bomba ad orologeria”
Non è certo la prima volta che il dorato circus della Formula 1 è travolto dalle polemiche ma, in passato, nel mirino era finita la dirigenza della Fia. L’anno scorso, ad esempio, molti avevano storto il naso quando l’importante ruolo di segretaria generale per il motorsport era andato all’ex Mercedes Shaila-Ann Rao. A scoperchiare di colpo il vaso di Pandora è stato l’articolo apparso nell’ultimo numero della rivista specializzata Business F1 Magazine, che contiene dichiarazioni niente affatto diplomatiche di ben tre team principal di scuderie attualmente partecipanti al campionato di Formula 1. I tre dirigenti, che hanno preferito rimanere anonimi, hanno sparato ad alzo zero contro Wolff, accusandolo di essere una vera e propria talpa, informando subito chi gestisce il campionato in cambio di vantaggi concreti. “Se andiamo a fare una riunione interna privata, poi tutto ciò che è stato detto finisce sulla scrivania del Ceo di Liberty Media Greg Maffei perché Toto l’ha detto alla moglie, che a sua volta l’ha detto a Stefano Domenicali, che lo ha detto a Greg Maffei. Domenicali sa cosa abbiamo detto dopo 30 secondi. E le informazioni fluiscono in entrambe le direzioni, così sia lui che loro ottengono un beneficio”.
Gli altri team principal non si sono limitati a prendersela con Toto, accusando direttamente anche la moglie di comportarsi in maniera poco etica: “Onestamente credo che sia illegale, certamente c’è un enorme conflitto di interessi. E a parte questo credo che sia altamente immorale. Immaginate che succederebbe se la moglie di Christian Horner, Geri Halliwell o la moglie del proprietario dell’Aston Martin Raquel Diniz venissero nominate a capo della Formula 2 o trovassero un lavoro in Formula 1 o Liberty Media. Sarebbe un ridicolo conflitto di interessi. Semplicemente non sarebbe tollerato. Il lavoro di Susie Wolff all’Academy è la stessa cosa”.
A sentire dalle ultime battute riportate dall’articolo, questo non sarebbe che l’inizio dei problemi per i Wolff, visto che quello che li aspetta sarà ben peggiore. “Toto è l’unico che fa il doppio gioco e un giorno questo potrebbe rivoltarglisi contro. Anzi, penso che stia già iniziando a farlo. Qui infatti siamo difronte ad una bomba ad orologeria potenzialmente ancora più grave di quanto accaduto a Singapore l’anno scorso”. Insomma, se l’anno scorso la “soffiata” sullo sforamento del budget cap da parte della Red Bull aveva irritato molte scuderie, la misura sarebbe ormai colma.