Avvertenza, qui la questione è più complessa. È proprio in nome della complessità, paravento dietro cui si nascondono molti analisti anti israeliani, che non bisogna limitarsi a fare l’elenco dei propagandisti più sfacciati sulla guerra in Medio Oriente. E nemmeno tocca fermarsi a studiare gli odiatori da poche centinaia di seguaci. Per capire la pervasività del fenomeno del risentimento nei confronti dello Stato ebraico, si deve fare un giro tra i canali You Tube di attualità più seguiti, da giovani e meno giovani. Questi youtuber sembrano riflessivi, eppure instillano il germe del pregiudizio contro Israele. Uno dei più gettonati è sicuramente Matteo Saudino (tondo in alto a destra), professore di storia e filosofia al liceo Gioberti di Torino. In arte Barbasophia, il canale dell’insegnante ha 302mila iscritti. Dal 7 ottobre sforna video quasi quotidianamente sul conflitto tra Israele e Hamas. Saudino nella sua ultima performance se la prende con i telegiornali che «non si possono più guardare», quindi si arrabbia per la fine della tregua, dimenticando di menzionare l’attentato di Hamas a Gerusalemme del 29 novembre scorso, dove sono morti tre civili israeliani. E poi, riferito allo Stato ebraico: «Quello che stanno facendo è insopportabile, il diritto di difendersi non è il diritto di sterminare». Quale sarebbe un’alternativa praticabile alla guerra, che lui chiama «sterminio», dopo gli attentati del 7 ottobre, però, non si sa. In un altro video di un mese fa definisce «terroristico» il comportamento di Israele, colpevole di bombardare «le città, i quartieri, il mercato». Barbasophia trascura il fatto che Hamas si nasconde tra i civili e stipa armi e missili nel tessuto urbano di Gaza. In una video lezione dedicata agli «studenti di terza superiore» definisce gli ebrei arrivati in Palestina per comprare terreni come «europei, quindi scaltri». Pregiudizio. E accusa Israele di prendere a pretesto l’attacco di Hamas per cacciare «altre centinaia di migliaia di persone».
GioPizzi, Giovanni Pizzigoni (tondo a sinistra), 550mila iscritti, il 7 novembre si chiede se Israele non stia commettendo un «genocidio». Poi azzarda, senza fornire ulteriori spiegazioni: «La storia contemporanea ci insegna che basta veramente molto meno per dare inizio almeno a un processo per crimini di guerra, ma è il solito discorso: per gli amici dell’Occidente la legge non si applica, si interpreta». E ancora: «Possiamo dire tranquillamente che Israele non è più democrazia di quanto non lo sia la nostra cara Ungheria». Certezze granitiche, da cui si abbeverano migliaia di persone. Anche lui accusa gli israeliani di spargere fake news per giustificare la reazione alle atrocità del 7 ottobre. Eccolo in un video precedente: «Alcuni giornali israeliani, probabilmente per giustificare ancora di più l’assedio e le violenze, hanno pubblicato la notizia che Hamas avrebbe decapitato un numero variabile di bambini. Sembra una frottola». Notizia mai confermata, ma altri crimini orrendi di Hamas invece sono ben documentati e giustificano una risposta israeliana.
Ivan Grieco, 178mila iscritti, è più equilibrato. Ma in un dibattito con alcuni ragazzi ne ha ospitato uno che ha affermato di essere contro l’esistenza dello Stato di Israele. Lo stesso giovane ha aggiunto poi che gli ostaggi di Hamas erano «stati trattati bene» dai terroristi. Proprio ieri Grieco si è scontrato con Marta Collot di Potere al Popolo, che ha avuto l’ardire di affermare che quella di Hamas il 7 ottobre è stata «una controffensiva». E ancora Mortebianca, youtuber anonimo da 235mila iscritti. Un titolo di un suo video? «Israele è colpevole di apartheid e genocidio». L’odio si nasconde dietro le star di You Tube.