– Roberto Vannacci incassa il colpo dell’indagine disciplinare e va all’attacco. Dice che si difenderà da solo, tanto è sicuro di aver operato correttamente. E soprattutto la butta sui principi: “Qui – dice – si sta mettendo in discussione la libertà di parola e di manifestazione delle proprie idee in un Paese libero”. Non lo fate arrabbiare.
– L’università per stranieri di Siena, diretta da Montanari, ha deciso di dedicare una sala lettura a Michela Murgia, morta tragicamente poco tempo fa. Molti diranno che è troppo presto. Altri lamenteranno il fatto che era divisiva. Altri ancora storceranno il naso perché proprio simpatica Murgia non era. Machissenefrega. Intitolare un’aula non costa nulla e non sarà uno scandalo. Chi si rifiuta di studiare in quell’aula può sempre andare altrove. Mi auguro solo che lo stesso approccio venga mantenuto anche da chi, a sinistra, non accetta mai che un esponente del mondo di destra – magari divisivo – venga celebrato a dovere. Vedi Berlusconi.
– Ho letto un preoccupante articolo sulla Stampa in cui si teorizza l’ipotesi che in un futuro non molto lontano la donne possano essere “liberate” dal giogo del parto. A portare avanti la gravidanza ci penserà un utero esterno, una macchina, tecnicamente detta ectogenesi. Sin qui siamo al delirio di onnipotenza dell’uomo che intende controllare ogni momento della vita e della morte. Ma il peggio viene dopo. Secondo alcuni infatti “la possibilità di un’ectogenesi totale appare come un’opportunità senza precedenti di appianare, una volta per tutte, la disuguaglianza intrinseca al lavoro riproduttivo”. Tradotto: le signore possono essere “liberate” dall’incombenza della gestazione, la famiglia naturale non avrebbe senso di esistere e finalmente addio al patriarcato. Forse è il caso di darsi una regolata.
– Pare che in Giappone ci sia questa nuova moda di pagare delle signorine perché ti prendano a schiaffoni in faccia. E pensare che mia moglie lo fa gratis: quanto sono fortunato.
– A Rimini il padre deve recuperare la figlia fermata dalla polizia per guida in stato di ebrezza e ci va… ubriaco. Addio patente pure per lui. Genio. Mi auguro solo non abbiano chiamato pure mammà, che uno in famiglia che possa guidare l’auto serve.
– Salvini chiama il gioielliere condannato a 17 anni di carcere per aver ucciso due ladri a colpi di pistola. “Non dimentichiamo il tuo caso”, dice il ministro. Ma cosa potrà fare la Lega per lui? Occorre dire la verità: nulla. Può solo sperare nella sentenza di appello.
– La minoranza presenta in Aula il disegno di legge sul salario minimo al solo scopo di mettere su una bagarre. Il testo infatti era già stato bocciato in Commissione e non aveva alcuna possibilità di passare alla Camera. Ma Conte e Schlein se ne sono fregati. Hanno usato l’argomento, e i lavoratori, al solo scopo di cavalcarlo. Ci sta, per cairtà, è il teatrino della politica, ma basta spiegarlo ai lettori. E forse occorre anche aggiungere che accusare il governo di essere “mandanti dell’assassinio di 4 milioni di lavoratori” è indegno. Perché se l’attuale esecutivo è mandante di assassinio, mi devono spiegare per quale motivo fino a un anno fa – quando erano al governo – non si sono mai adoperati per approvare il salario minimo. Erano forse anche loro degli omicidi?
– Ho trovato toccante il discorso di Gino Cecchettin, papà di Giulia, in occasione dei suoi funerali. Equilibrato. Pieno di amore. Commovente. Senza alcun rancore o odio esplicito verso quel ragazzo che ha troncato a soli 22 anni la vita della sua bambina. In un anno ha perso moglie e figlia. Trovo inimitabile la compostezza con cui affronta il dolore.
– Finalmente Roberto Mancini ammette la verità: è andato via dalla Nazionale per tanti motivi ma uno di quelli, aggiungiamo noi giustamente, sono i soldi. Essere ricchi è bello. Perché vergognarsene?
– Cosa mancava nella fiction sul generale Vannacci? La parola “Russia”. E infatti oggi Repubblica spara la notizia secondo cui ci sarebbe un’indagine in corso sull’operato del generale a Mosca. Lui non ne sa niente, parla di “porcherie”, ma la polpetta è stata spedita dritta dritta al giornalone progressista e qualcuno dovrà pur averla inviata. Ormai la domanda è semplice: chi trama ai vertici della Difesa contro l’ex comandante della Folgore? E soprattutto: è lecito che cotante fughe di notizie avvengano in una istituzione militare che dovrebbe fare del riserbo il suo carattere distintivo?