È una maxi-operazione quella condotta dalla Guardia di Finanza di Milano che ha sequestrato la cifra record di 284 milioni di euro di crediti di imposta fantasma, inesistenti, relativi ai bonus edilizi su (in teoria) 14mila interventi che non sono mai stati realizzati. L’inchiesta viene condotta dal pm della Procura di Milano, Eugenio Fusco, e dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
Indagati e accuse
Le ristrutturazioni mai compiute riguardano immobili sparsi su tutto il territorio nazionale: l’indagine è stata aperta grazie alla denuncia dell’intermediario finanziario Confidi Systema srl che aveva subìto un attacco informatico dagli hacker sul proprio cassetto fiscale dove risultavano 50 milioni di euro di crediti di imposta che, in realtà, non aveva mai accettato e prontamente denunciato alle autorità competenti di essere stato vittima di una truffa. Al momento sono otto le persone indagate con varie accuse tra cui truffa allo Stato, tentativo di truffa e accesso abusivo ai sistemi informatici.
Secondo gli accertamenti, questi crediti di imposta sarebbero stati inseriti sulla pagina web relativa alla cessione dei crediti dell’Agenzia delle Entrate con sconti sulle fatture per 14mila interventi mai eseguiti da nessuna impresa e nessun privato: è stato scoperto, infatti, l’evasione ai danni dello Stato e l’inesistenza delle strutture dove non era presente neanche un dipendente. Insomma, i lavori a palazzi e facciate non sono mai avvenuti. Le prime ricostruzioni ci dicono che erano soltanto 85 gli immobili in regola sui 14mila contestati e totalmente estranei ai lavori con i bonus edilizi.
L’inchiesta, venuta a galla soltanto nelle ultime ore, era già partita questa estate: purtroppo, però, nonostante le restrizioni che erano state applicate nel 2022 alla cessione dei crediti e agli sconti in fattura alcuni furbetti hanno pensato bene di rubare alle casse statali oltre 280 milioni di euro. Il Corriere spiega che Il procuratore Marcello Viola ha inquadrato questa operazione “nell’impegno a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese a contrasto delle frodi in materia di agevolazioni fiscali concesse a sostegno di famiglie e imprese”.
Le frodi fiscali sul superbonus e gli altri bonus edilizi si erano già verificate negli anni scorsi ma mai con queste cifre e la quantità di lavori fantasma: nelle ultime ore problemi anche nel Comune di Rimini che è stato ammesso come parte civile nel procedimento penale nato dall’indagine della Guardia di Finanza cittadina sempre sui bonus edilizi. L’inchiesta chiamata “Free Credit” verte sulla presunta maxi truffa da 440 milioni di euro ai danni dello Stato che è stata perpetrata grazie al Superbonus110%: alcuni imputati hanno patteggiato la pena, altri ancora sono stati rinviati a giudizio e un’altra parte ha ricevuto l’assoluzione.
Il Comune di Rimini, di cui ha preso le difese l’avvocato Maurizio Ghinelli, è la parte danneggiata con particolare riferimento al reato di associazione per delinquere, reato “che arreca un danno all’immagine della città – ha spiegato il legale – allo sviluppo turistico ed alle attività produttive ad esso collegate“.