La Commissione europea dà l’ok alle modifiche del Pnrr dell’Italia: adesso vale 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di euro di prestiti e 71,8 miliardi di euro di sovvenzioni) e prevede 66 riforme – sette in più rispetto al piano originale – e 150 investimenti. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia comprende anche un capitolo REPowerEU italiano, composto da cinque nuove riforme, cinque investimenti potenziati basati su misure esistenti e 12 nuovi investimenti per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030. Queste misure si concentrano sul rafforzamento delle reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, sicurezza energetica e accelerazione della produzione di energia rinnovabile.
Inoltre, sono anche coperte le misure volte a ridurre la domanda di energia, ad aumentare l’efficienza energetica, a creare e rafforzare le competenze necessarie per la transizione verde e a promuovere il trasporto sostenibile. Il Pnrr modificato comprende 145 misure nuove o riviste e copre le misure previste dal capitolo REPowerEU. Queste misure si pongono come obiettivo quello di rafforzare le riforme chiave in settori quali la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza. Una serie di investimenti nuovi o potenziati mirano a promuovere la competitività e la resilienza dell’Italia, nonché a promuovere la transizione verde e digitale. Questi investimenti riguardano settori quali l’energia rinnovabile, le catene di approvvigionamento verdi e le ferrovie.
Meloni: “Governo fiero del lavoro fatto”
Giorgia Meloni esulta per il risultato ottenuto: “Oggi abbiamo la conferma di aver fatto un lavoro di cui il Governo può essere molto fiero. Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso che avremmo fatto, siamo scesi nel concreto, abbiamo verificato le criticità e le abbiamo superate – afferma il presidente del Consiglio -. Abbiamo fatto in modo che tutti i soldi del Pnrr venissero spesi nei tempi e quindi abbiamo concentrato le risorse sulla crescita e la modernizzazione della Nazione e mi pare che il risultato, sul quale in pochi scommettevano, dice che non era una scelta sbagliata“. La premier, durante l’incontro con le associazioni datoriali sul Ddl Bilancio ringrazia la Commissione europea “che è stata sicuramente rigida per certi versi, ma molto aperta alla possibilità che queste risorse fossero spese nel migliore dei modi. Quindi possiamo essere contenti che oltre a lavorare alla manovra incentrata a dare più risorse a lavoratori e famiglie – conclude Meloni – parallelamente lavoravamo a una revisione del Pnrr che invece concentrava le sue risorse soprattutto sulla competitività del nostro sistema e delle nostre imprese“.
Come spiega la Commissione europea, le modifiche apportate dal governo italiano al piano originario si basano sulla necessità di tenere conto di circostanze oggettive che ostacolano la realizzazione di determinati investimenti come originariamente pianificato. Tra queste, c’è stata sicuramente l’elevata inflazione sperimentata nel 2022 e nel 2023, le interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e la disponibilità di alternative migliori per raggiungere l’ambizione originaria di determinati investimenti. Un’altra circostanza oggettiva ha riguardato la revisione al rialzo della dotazione massima di sovvenzioni Rrf – da 68,9 miliardi di euro a 69 miliardi di euro – a seguito dell’aggiornamento di giugno 2022 della chiave di assegnazione delle sovvenzioni Recovery, che riflette il risultato economico comparativamente peggiore dell’Italia nel 2020 e nel 2021 rispetto a quanto inizialmente previsto.
Il piano modificato pone una forte attenzione alla transizione verde, assegnando il 39,5% dei fondi disponibili a misure che sostengono gli obiettivi climatici (rispetto al 37,5% del piano originale). Le nuove riforme e i nuovi investimenti inclusi nel capitolo REPowerEU contribuiscono in modo significativo alla dimensione verde del piano. Le riforme accelereranno la diffusione delle energie rinnovabili attraverso procedure di autorizzazione semplificate, ridurranno i sussidi dannosi per l’ambiente, faciliteranno la produzione di biometano e intensificheranno la fornitura e l’adozione delle competenze necessarie per la transizione verde. La Commissione Ue, infine, tende a sottolineare come il Pnrr italiano sia “ambizioso anche per quanto riguarda la connettività” in quanto “migliora la digitalizzazione della pubblica amministrazione e delle imprese e promuove lo sviluppo di competenze e tecnologie digitali“.