Il papà di Giulia Cecchettin ha trovato la forza di intervenire al funerale di sua figlia con una lettura molto toccante, che ha commosso tutti i presenti. “Ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio“, ha detto Gino Cecchettin, che rivolto la sua riconoscenza anche “a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia“.
Il femminicidio, ha proseguito il papà di Giulia, “è il risultato di una cultura che svaluta la figura delle donne, vittime di chi avrebbe dovuto amarle. Come può accadere tutto questo, come può essere accaduto a Giulia?“. Quindi, ha ribadito il concetto della responsabilità collettiva, sostenendo che “La responsabilità educativa ci coinvolge tutti, famiglie, informazione, scuola, società civile. Mi rivolgo agli uomini, noi per primi dovremmo essere agenti di cambiamento, parliamo agli altri maschi che conosciamo“. E anche nel suo discorso, rivolto prevalentemente agli uomini, si fa cenno al patriarcato: “Chiamarci fuori, difendere il patriarcato, trasformando le vittime in bersagli, non aiuta ad abbattere le barriere. Da questa violenza si esce fuori sentendosi tutti coinvolti, anche quando ci si sente tutti assolti“.
Quindi, il momento più toccante è stato il saluto alla figlia: “È giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma“. La moglie di Gino, mamma di Giulia, è morta un anno fa per un brutto male e oggi il pensiero va anche a lei: “Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia“. E sul finire, il papà della ragazza ha concluso: “Voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio“.