Si arrampicavano sui tetti per poi calarsi nelle case da svaligiare. Sarebbe stato questo il modus operandi della banda di albanesi sgominata dalla Polizia a Milano all’alba di martedì 5 dicembre. Ai quattro cittadini stranieri vengono contestati 17 furti in abitazione tra la città meneghina e altre province lombarde. Una quinta persona, già nota alle forze dell’ordine per alcuni precedenti di polizia, è stata accompagnata in Questura per ulteriori accertamenti.
Le indagini
Le indagini sono state avviate a seguito dell’individuazione di un’auto di grossa cilindrata, rubata, utilizzata dalla banda criminale per raggiungere le abitazioni da svaligiare. Sul veicolo i ladri erano soliti cambiare e applicare targhe clonate da altre autovetture: un espediente utilizzato per rendere difficoltosa la tracciabilità del mezzo al passaggio dei varchi cittadini. Attraverso i servizi di osservazione e pedinamento, la visione di telecamere dei sistemi di videosorveglianza, l’attività tecnica di intercettazione telefonica e ambientale, gli investigatori della Squadra Mobile sono riusciti a individuare altri veicoli in uso alla banda criminale e raccogliere ulteriori elementi indiziari nei confronti dei quattro indagati.
La tecnica dell’arrampicata
Stando a quanto emerso nel corso delle attività investigative, i banditi utilizzavano la tecnica dell’arrampicata per mettere a segno i colpi, ovvero scalavano la facciata per poi calarsi dal tetto all’interno della casa da svaligiare. Con questo stratagemma avrebbero commesso 17 furti in abitazione e tentati altri in varie province lombarde, compresa quella di Milano, in sole due settimane.
L’arresto dei quattro albanesi
I quattro fermati, di 30, 32, 34 e 41 anni, sono stati rintracciati all’interno delle rispettive abitazioni a Paderno Dugnano (Milano), Varedo (Monza Brianza) e Limbiate (Monza Brianza). Gli arresti sono stati eseguiti dai poliziotti della seconda sezione della Squadra Mobile di Milano in base al provvedimento disposto dai Pubblici Ministeri del VII Dipartimento – Criminalità Organizzata Comune, titolari delle indagini. Le perquisizioni domiciliari hanno permesso agli investigatori di individuare un box a Rozzano (Milano) l’auto di grossa cilindrata usata dagli indagati per raggiungere le abitazioni designate. Nello stesso locale sono stati rinvenuti anche gli indumenti indossati in occasione dei furti, attrezzi per lo scasso, una sega circolare, apparecchi ricetrasmittenti, torce, chiavi di autovetture e i proventi delle refurtive ( soldi contanti, monili ed orologi).