Vespa nel club del miliardo

Vespa nel club del miliardo

Talmente innovativa che il progetto per la sua realizzazione venne affidato a un ingegnere che detestava le motociclette. Nata su quel filo sottilissimo che va dal fallimento al successo, ma come sia andata a finire è chiaro a tutti. Ne ha fatta di strada la Vespa da quella primavera del 1946 quando l’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio mise su carta l’idea di rivoluzione su due ruote di Enrico Piaggio dando il via a quello che sarebbe stato un boom planetario che oggi, dopo quasi 80 anni, arriva al suo culmine. Il brand Vespa infatti vale più di un miliardo di euro. Millesettantanove milione per l’esattezza. Che botto.

Si fa presto a parlare di icona ma per la Vespa non si sbaglia. Oltre all’accelerata clamorosa dal punto di vista economico, da sempre la due ruote di Pontedera è sinonimo di libertà e leggerezza, simbolo della Dolce Vita e quindi di quel made in Italy che faceva rima con spensieratezza. Non a caso ha avuto un ruolo chiave nel cinema. Iconico, per l’appunto. Da Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane, fino alla Dolce Vita di Federico Fellini, passando per Poveri ma Belli di Dino Risi fino ai più recenti American Graffiti e il talento di mister Ripley in cui la Vespa si è confermata simbolo che va ben oltre i nostri confini. Con colonne sonore dedicate e campagne pubblicitarie che hanno visto la mitica due ruote affiancata ad artisti come David Bowie e i Depeche Mode, arrivando alla hit anni ’90 dei Lunapop, 50 special.

Sta di fatto che il valore del brand Vespa è cresciuto del 19% soltanto negli ultimi due anni superando la soglia del miliardo di euro di valore secondo Interbrand che ha effettuato un’analisi finanziaria frutto di ricerche di mercato globali condotte nei 10 mercati di riferimento per la Vespa, che partono, ovviamente, dall’Italia, e arrivano in Cina e in India, passando per Francia, Germania, Spagna, Stati Uniti, Vietnam, Thailandia e Indonesia. In particolare la crescita più significativa è stata registrata proprio negli Stati Uniti e in Asia, trascinando il gruppo Piaggio, che nel 2022 ha raggiunto i 2 miliardi di euro di fatturato. Una forza globale, sancita anche dalle partnership con altri marchi come Dior, Disney Pixar e Lego che hanno ulteriormente rafforzato l’immagine della Vespa.

La Vespa sgasa ma è il made in Italy nel suo complesso a volare. Il nostro Paese può contare su una tradizione di artigianato di alta qualità e prodotti che i consumatori mondiali riconoscono e apprezzano con la qualità del nostro Paese considerata ovunque di eccellenza. Anche se con la globalizzazione alcuni brand sono diventati proprietà di marchi internazionali, continuano a rappresentarci. Su tutti si attesta il marchio Gucci – oggi di proprietà dei francesi di Kering – valutato 17 miliardi di euro. Boom di Lamborghini, che con i suoi 4,1 miliardi di euro registra una crescita del 149%. Prada sale del 50% e si attesta su un valore di 4,6 miliardi di Euro. Il brand italiano più forte si conferma Ferrari, il cui valore stimato è di 7,2 miliardi e vanta la maggiore capacità di influenzare le scelte degli stakeholder. Fanno segnare il segno «+» anche tanti altri marchi che noi conosciamo molto bene come Dolce&Gabbana, Fendi, Moncler, Ray-Ban, Bottega Veneta ma anche brand che forse ti aspetti di meno come Poste, Enel, Tim e anche Kinder che con il suo cioccolato ha conquistato il mondo. Crisi, problemi e guai assortiti non mancano. Ma valiamo più di quanto pensiamo. Del resto, siamo iconici.

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