Alla Difesa e ai vertici delle forze Armate c’è rabbia e fastidio. A dar retta ad una fonte del Giornale c’è la sensazione che il generale Roberto Vannacci (nel tondo), discusso autore de Il Mondo al Contrario, stia «ciurlando nel manico» e continui a spacciare per «inesistente promozione» il nuovo incarico di Capo di Stato Maggiore delle Forze operative terrestri. «Ha ricevuto un incarico con un nome altisonante, ma che non ha rilevanza – sottolinea la fonte – perché si tratta di un incarico di coordinamento e non di comando, in cui non avrà potere e dovrà rispondere ad uno dei generali più duri dell’esercito che si guarderà bene dal permettergli di sproloquiare». Nel frattempo trapelano anche nuovi particolari sull’inchiesta avviata lo scorso 18 agosto all’indomani della pubblicazione de Il Mondo al Contrario. «L’inchiesta – spiega una fonte del Giornale – si è conclusa il 16 ottobre con la proposta rivolta al Ministro della Difesa dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito di procedere con un inchiesta disciplinare basata sull’articolo 1377 dell’ordinamento militare. Dopo il sì di Crosetto si è proceduto alla nomina come inquirente del generale Mauro D’Ubaldi. Nei prossimi due mesi la commissione inchiesta valuterà se Vannacci abbia leso «il principio di neutralità e terzietà dell’istituzione militare» mettendo l’opinione pubblica nella condizione di «associare l’istituzione alle sue idee personali» e se a questo si è aggiunta l’aggravante di aver permesso «ai media di amplificarne la portata».
Ma cosa rischia il generale? Un rimprovero se le accuse verranno stralciate. Fino a sei mesi di sospensione se troveranno conferma. In attesa della sentenza le fonti della Difesa lavorano per neutralizzare le mosse di un Vannacci intento a rivendicare come prestigioso e importante il nuovo incarico di Capo di Stato Maggiore delle Forze operative terrestri. L’incarico – come sottolineavano già domenica il ministro Guido Crosetto e varie fonti della Difesa – rappresenterebbe una gabbia gerarchica studiata proprio per contenerne l’esuberanza. Facendo buon viso a cattivo gioco il generale avrebbe invece trasformato il potenziale imbrigliamento in un apparente promozione. «Quando il 22 novembre ha ricevuto la notifica del nuovo incarico seguita, sei giorni dopo, dall’ordine di trasferimento a Roma – spiega la nostra fonte – Vannaci non era entusiasta perché si rendeva conto che sarebbe finito sotto il controllo di almeno tre generali. Il primo è il generale di Corpo d’Armata Salvatore Camporeale, suo comandante diretto. Ma oltre a lui dovrà vedersela con due vice comandanti ovvero il generale di divisione Angelo Michele Ristuccia e il generale Ferdinando Paglialunga a cui subentrerà dopo un periodo di affiancamento. Insomma lavorerà in una gabbia in cui non avrà assolutamente spazio per iniziative personali. Anche per questo non appena arrivato a Roma ha immediatamente chiesto una licenza di un mese per motivi personali». Come se non bastasse a Vannacci viene anche rinfacciata la responsabilità dell’intervista pubblicata domenica dalla Stampa in cui prendeva posizione su temi come il «patriarcato» e il disorientamento dei giovani. «Quell’intervista pronta ad uscire assieme alla notizia della suo nuovo incarico – rilancia la fonte del Giornale – è un’altra dimostrazione di come Vannacci usi e sfrutti i media». Una intervista che sul fronte della politica ha innescato l’intervento del presidente di Alleanza Verdi e Sinistra Luana Zanella pronta a identificare le dichiarazioni di Vannacci come «la tipica espressione di un patriarcato in crisi».