C’è una sensazione diffusa che le scelte di carattere politico che sta facendo la Chiesa di Papa Francesco generino smarrimento nei fedeli. In particolare, l’eco delle vicende giudiziarie sull’immigrazione che rimbalzano sui giornali rischiano di minare profondamente la credibilità e la reputazione della Chiesa. Lucetta Scaraffia, storica e giornalista italiana, lo teme: «Sugli aiuti ai migranti il Papa è stato strumentalizzato. Certo, non sono queste sue scelte a svuotare le chiese… In realtà, all’abbandono dei fedeli hanno contribuito più fenomeni come la secolarizzazione, il crollo della qualità dei sacerdoti e delle loro omelie, ma soprattutto gli abusi del clero – di cui non si parla mai – che hanno generato diffidenza, senso di sfiducia».
È giusto aiutare gli immigrati?
«Ma certo, la cosa che io trovo sbagliata è stato farne un tema politico, come ha fatto il Papa. Si tratta di una questione complessa, che non si può risolvere incitando semplicemente all’accoglienza, senza pensare alle conseguenze».
Che ne pensa di questa vicenda della Cei e della Ong di Luca Casarini di cui parla «La Verità»?
«Io credo che tutte le questioni che riguardano queste Ong siano molto opache, si tratta di iniziative umanitarie ma spesso anche di manipolazioni politiche, e dove girano molti soldi bisogna sempre diffidare… La Chiesa doveva tenersi fuori dalle navi delle ong, occuparsi magari solo dell’accoglienza, anche questo un problema come si sa molto controverso lo abbiamo visto recentemente nel caso del centro di accoglienza di Milano ma dove è più facile tenere le attività sotto controllo. O meglio, sarebbe più facile se il Ministero degli Interni provvedesse a controllare. Nel caso di Casarini pare ma dobbiamo vedere il risultato delle indagini non ci sia stata una amministrazione chiara, e a fronte di molti soldi investiti si parla di due milioni di euro i viaggi di soccorso sono stati veramente pochissimi. Intorno alla tragedia dei migranti sono nate tante forme di sfruttamento, i vescovi coinvolti avrebbero dovuto vigilare meglio per difendere la reputazione del Papa che si è affidato a loro».
Qual è la cosa più grave?
«Non è tanto l’investimento sbagliato fatto a fin di bene, per salvare i migranti… Ma nei protagonisti della vicenda sta emergendo una grande mancanza di rispetto per la Chiesa e per il Papa, e traspare perfino la volontà di prendersi gioco della buona fede di Bergoglio».
Papa Bergoglio è stato mal consigliato da qualche vescovo?
«Alcuni di loro sono stati ingenui altri, ho il sospetto, davano questi finanziamenti per piacere di più al Papa, per ottenere il favore del Papa. Quindi, possiamo sospettare che Casarini usasse i vescovi, e alcuni vescovi forse usavano questi finanziamenti per essere ben accetti dal Papa. È una storia brutta, di manipolazione reciproca».
Dentro le gerarchie vaticane oggi c’è qualcuno che suggerisce al Papa di cambiare rotta oppure…
«Il Papa non ascolta nessuno. Io credo che qualcuno gli avesse spiegato chi fosse Casarini molto prima che scoppiasse questa vicenda, ma non è servito proprio a nulla. La situazione si è ingarbugliata e si risolve in una grande perdita di autorevolezza».
Che cosa rimprovera al Santo Padre?
«Il Papa fa errori politici. Nessuno gli chiede di impegnarsi in politica, in diplomazia. Il Papa dovrebbe ascoltare di più chi ha esperienza ed è prudente, secondo la grande tradizione della Chiesa. Dal Papa ci aspettiamo che predichi i Vangeli e parli al cuore delle persone, del senso della vita e della morte».
Inseguire il politicamente corretto paga?
«In buona fede il Papa pensa che sia una giusta forma di carità. Magari sperando di attirare i giovani o persone lontane dalla chiesa, ma costoro al massimo provano simpatia per lui, altre volte lo strumentalizzano, ma è molto raro che si avvicinino alla fede».