“Cospito influencer della sinistra“. Così il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, attacca l’anarchico che sta scontando 20 anni di carcere al 41-bis per un attentato alla caserma dei carabinieri di Fossano.
Delmastro, che è imputato per rivelazione di segreto d’ufficio legata alla diffusione di carte riservate proprio relative al caso Cospito, nel corso di un evento organizzato da Fratelli d’Italia ad Aosta, descrive l’Italia come un “Paese strano” dove “quando sei indagato o imputato sei un mostro, sbattuto sui giornali” e c’è il rischio di finire “in cella senza passare dal via” e senza sapere il motivo della carcerazione. “Poi – dice Delmastro – quando finalmente diventi condannato ti si aprono le porte di quel sinistro perdonismo, per cui lo stesso Cospito diventa l’influencer della sinistra, a cui vanno come se fosse la Mecca”. E aggiunge: “Oppure, per parlare di temi che non mi riguardano personalmente, tal Fricano che ficca 57 coltellate alla sua fidanzata e viene liberato perché è ingrassato”.
Il sottosegretario alla giustizia attacca il Csm e promette di “spezzare le reni” al correntismo dei magistrati. “La riforma del Csm, che preveda di ‘spezzare le reni’ al correntismo cancerogeno che lede anche l’onorabilità della magistratura – sono state le testuali parole di Delmastro in cui ha citato un celebre passaggio di un discorso del Duce –fa sì che per evitare di assistere al triste spettacolo a cui abbiamo assistito nella lettura del libro di Palamara sia necessario in maniera radicale intervenire con meccanismi di sorteggio”. Infine, non è mancato un commento sulla polemica sorta in questi giorni attorno alle parole del ministro Guido Crosetto “che è banalmente un uomo di destra come me”. “E – ha precisato Delmastro – fra le cose che ha detto Crosetto, è chiaro il fatto che vi è un segmento, non l’intera magistratura, di magistrati organizzati che hanno una precisa visione politica del mondo e che a volte quella precisa visione politica del mondo influisce sulle loro scelte giuridico-professionali”.
Immediata e immancabile è arrivata la replica della responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, che attaccato Delmastro per il gergo usato da “nostalgico autoritario”. “La sostanza – ha proseguito – è quella dell’aspirante sovversivo, l’insulto è l’unica modalità di dialogo nota. Non accettiamo questa devastazione dei rapporti istituzionali né di trasformare la riforma della giustizia in un campo di battaglia a colpi di manganello verbale. Si possono avere idee diverse su molte cose ma un sottosegretario non può degenerare al punto da citare Mussolini”.