Emergono novità sul caso dell’incidente accorso la scorsa estate a Casalpalocco di Roma, dove un’auto con a bordo un gruppo di YouTuber impegnati in una challenge social ha travolto una Smart con a bordo una mamma con due bimbi. Uno di loro, di appena 5 anni, ha perso la vita. La procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per Matteo Di Pietro, che in quel momento era alla guida della supercar, un suv Lamborghini preso a noleggio alcuni giorni prima proprio per la sfida.
Per Di Pietro l’accusa è di omicidio stradale aggravato e lesioni. Lo scorso 22 giugno il gip aveva disposto gli arresti domiciliari per lui, sottolineando tra l’altro che il giovane stesse andando a oltre 120 chilometri orari e che le telecamere utilizzate per i video siano sparite. Secondo il gip, il noleggio dell’auto era avvenuto “con l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati“.
Quatto questo, spiega il gip, nonostante “alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h“. La richiesta della procura di Roma è al vaglio del gip, che dovrebbe decidere nei prossimi giorni se saltare il passaggio dell’udienza preliminare. Nell’ordinanza con la quale erano stati disposti gli arresti domiciliari per Di Pietro, nell’ambito dell’inchiesta nata dopo l’incidente, il gip scriveva che “la condotta di Di Pietro deve ritenersi gravemente colposa e causativa del sinistro nonché delle conseguenze alle vittime a prescindere dall’eventuale accertamento di concause eventualmente ascrivibili alla conducente della Smart“.
Secondo i dati resi disponibili dalle rilevazioni del gps, “il Suv al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15.38, si fermava. Dopo avere imboccato la via riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 chilometri orari immediatamente prima dell’impatto“. L’assenza della frenata, inoltre, “dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell’avvistamento dell’auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente“.