Cinque contro uno. Un evento propositivo, rispettoso, annunciato da tempo contro cinque manifestazioni nate con l’obiettivo di contrastare (se non impedire) l’iniziativa della Lega in vista delle europee. È con questa proporzione che si potrebbe sintetizzare la giornata di ieri a Firenze dove, in risposta all’evento dei sovranisti europei, i centri sociali, i collettivi, la sinistra radicale e gli antifascisti hanno promosso cinque manifestazioni di protesta. Leitmotiv è stato lo slogan «fuori i fascisti dalla città» anche se, mentre di fascisti alla manifestazione della destra europea non se ne sono visti, è emerso invece il «fascismo degli antifascisti» di chi vorrebbe impedire un evento solo perché promosso da un partito di centrodestra.
Così a Firenze è andato in scena il corteo degli antagonisti che si è aperto con uno striscione con scritto «Firenze antifascista» con le bandiere rosse, la falce e il martello, la bandiera della Jugoslavia con la stella rossa e anche la bandiera dell’Urss. Non proprio simboli di libertà e democrazia e, non a caso, durante la manifestazione è stata presa di mira la sede di Fratelli d’Italia con un lancio di bottiglie di vetro e vernice colorata contro gli agenti della polizia. Presenti anche le bandiere della Palestina, mentre è stato srotolato un cartello con scritto «Gaza è un genocidio». A sfilare qualche centinaio di persone che hanno manifestato per dire che a Firenze fanno «schifo tutti i fascismi», per dare la «sveglia alla città rispetto al fascismo in doppio petto al governo» e, al passaggio davanti alla Fortezza da Basso, i manifestanti hanno esposto un grande striscione di colore rosso con scritto «Salvini, Le Pen, Firenze vi schifa». E non poteva mancare l’attacco a una sede di Fdi, imbrattata da un gruppo di scalmanati. Dal partito la richiesta di un «bè» da parte delle istituzioni.
Già dalla mattina la Rete Democratica Fiorentina aveva promosso tre appuntamenti a Piazza Dalmazia, sul ponte Vespucci e in via Taddea, luoghi legati ad aggressioni fasciste, a cui è seguito un raduno in Piazzale Michelangelo. Qui è stato esposto uno striscione di 28 metri con numerose bandiere dell’Europa mentre dalla balaustra del piazzale è stato appeso un altro striscione con scritto «suona la martinella, Firenze si ribella». All’immancabile presenza dei rappresentanti di Arci e Cgil, i presenti hanno intonato Bella ciao mentre sventolavano le bandiere dell’Anpi, di Volt, dei Giovani democratici e i vessilli dell’Unione europea. «Oggi era importante essere qui per tanti motivi hanno spiegato gli organizzatori per riaffermare quei valori che vorremmo vedere interpretare ogni giorno: tolleranza, solidarietà e il prevalere dello stare insieme sulle divisioni». Una lezione di stile è arrivata da Matteo Salvini che, commentando i cortei prima che avvenissero, aveva affermato «non sono preoccupato, se sono civili e pacifiche» aggiungendo «io spero che nessuno, sporchi, deturpi e danneggi Firenze». La differenza tra chi accetta il dissenso e chi vorrebbe impedire un pacifico raduno delle destre europee.