Come sta Alessandro Meluzzi dopo il malore

"Adesso dobbiamo pregare". Le ultime novità su Meluzzi: come sta

Si moltiplicano sui social le preghiere e i messaggi per lo psichiatra Alessandro Meluzzi, ricoverato d’urgenza dopo un malore e operato per quella che è stata confermata essere un’ischemia cerebrale, nella serata di ieri all’ospedale Bufalini di Cesena, dove era stato portato dopo un primo ricovero a Rimini.

Come sta Alessandro Meluzzi

Bocche cucite da parte di medici e dei chirurghi che lo hanno opoerato, che al contraio delle prime notizie diffuse, non hanno emesso nessun bollettino medico, perchè nella situazione d’emergenza in cui si trova il professore, le ore che seguono l’intervento sono fondamentali per comprendere come stia reagendo.

Da notizie non confermate che arrivano dall’interno dell’ospedale, si viene però a sapere che dopo l’intervento, durato molte ore, sarebbe stato ricoverato in terapia intensiva, in condizioni gravi ma stabili e al momento sarebbe costantemente monitorato dai medici. Le prossime 24/48 ore saranno fondamentali per capire come si riprenderà e se ci saranno poi problematiche al risveglio. Al momento il professore si trova in coma farmacologico. Tutte le notizie non sono state confermate dalla struttura ospedaliera, ma da fonti interne dell’ospedale vicine allo psichiatra.

Che cosa è l’ischemia che ha colpito Meluzzi

L’ictus ischemico è la morte di una parte del tessuto cerebrale (infarto cerebrale) dovuta a un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cervello in seguito al blocco di un’arteria. Si manifesta solitamente quando un’arteria che va al cervello è bloccata, spesso da un coagulo di sangue e/o da un deposito di grasso dovuto all’alterosclerosi.

Come accaduto al professor Meluzzi, i sintomi si manifestano improvvisamente e possono includere debolezza muscolare, paralisi, sensazione anomala o assente da un lato del corpo, difficoltà di linguaggio, stato confusionale, problemi di vista, vertigini, perdita di equilibrio e di coordinazione.

3-4 ore dall’inizio dei sintomi sono la finestra di tempo entro la quale una persona colpita da un ictus ischemico (trombotico o embolico) dovrebbe ricevere assistenza medica. In questo modo, infatti, è possibile ridurre la mortalità e le conseguenze invalidanti che questa patologia porta con sé.

La mortalità

Terza causa di morte in Italia, dopo le malattie ischemiche del cuore e i tumori, e prima di invalidità permanente nel mondo occidentale, nel nostro Paese l’ictus colpisce ogni anno circa 120-140.000 persone (circa il 2.2-2.4 per mille abitanti), con una maggiore incidenza dopo i 55 anni e negli uomini.

I fattori di rischio

Sono gli stessi delle patologie dell’apparato cardiovascolare, tra cui ad esempio l’infarto.

•Obesità e sovrappeso;

•Sedentarietà;

•Alcol;

•Fumo di sigaretta;

•Sostanze stupefacenti;

•Ipertensione arteriosa;

•Ipercolesterolemia (cioè alti livelli di LDL, colesterolo cattivo, e trigliceridi nel sangue);

•Diabete;

•Patologie cardiovascolari associate, in particolare la fibrillazione atriale.

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