Israele, Brasile, Italia: ecco quali Paesi sono la “patria” degli avvocati

Se il doppio binario rischia di generare un'ingiustizia doppia

In quali Paesi esercitano più avvocati e perché? Israele è lo Stato con il maggior numero di legali pro capite: ce ne sono 694 ogni 100mila abitanti. Questo dato si può spiegare osservando quanti cittadini nello Stato ebraico possiedono una laurea: uno su due – tra i livelli di istruzione più elevati del mondo –, molti dei quali iscritti ai corsi di legge.

In seconda posizione la Repubblica Dominicana, nei Caraibi, che ne conta ben 565. Chiude il podio il Brasile con 474. L’Italia è quarta a livello internazionale: la professione di avvocato viene scelta da 403 italiani ogni 100mila abitanti, statistica che rende il nostro Paese il primo in Europa.

L’Italia detiene una lunga tradizione giuridica mutuata dall’epoca dell’Impero romano, durante il quale è stato scritto il Corpus iuris civilis, precursore del più moderno codice civile ispirato in seguito al testo ottocentesco emanato da Napoleone Bonaparte. Un altro fattore che contribuisce a mantenere la professione giuridica una delle più ambite e comuni è la quantità di processi civili e penali che obbligano le persone a difendersi in tribunale, venendo coinvolte la maggior parte delle volte in cause lunghissime, perlopiù civili e che tendono a prolungarsi nel tempo.

Gli studenti di giurisprudenza in Italia sono comunque in calo da una decina di anni, malgrado l’impegno dell’albo nazionale a mantenere vivo l’interesse verso uno dei mestieri più antichi (ma oggi non più così accessibile) della civiltà occidentale.

Subito dopo, al quinto posto della classifica globale, c’è un’altra nazione mediterranea, la Grecia, dove a darsi all’avvocatura sono 385 persone ogni 100mila abitanti. In Paesi più poveri e remoti come l’Afghanistan, il Ciad, il Burkina Faso e il Benin trovare un avvocato invece è abbastanza complesso: ce n’è soltanto uno per ogni 100mila abitanti.

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