Volendo si potrebbe scomodare Goffredo Parise, che nel 1954 scrisse Il Prete Bello, gioioso e fortunato romanzo nel quale si narravano gli sdilinquimenti provocati da un avvenente sacerdote, don Gastone in una piccola comunità vicentina. Ma nemmeno la penna di Parise aveva pensato di attribuire al suo vanesio «don» una vera fascia da «bono». Quella che invece ha conquistato nel 2019 ad Avellino, all’età di 17 anni, Edoardo Santini da Castelfiorentino: il concorso «Il + Bello d’Italia», scritto come fosse un whatsapp, che vide Edoardo sfilare a torso nudo opportunamente depilato davanti a una giuria «qualificata» (si dice sempre così) e sbaragliare la tartarugata concorrenza, iscrivendosi a un albo d’oro che include, tra gli altri Gabriel Garko e Giorgio Mastrota.
Ora quest’ultimo si è convertito sulla via dei materassi, lasciando quella di Damasco a Edoardo bello, che a 21 anni ha deciso di avvicinarsi alla Chiesa, con un progetto di vita che comprende l’ipotesi di fare il sacerdote. «Diventerò prete? Non lo so, sono qui per scoprirlo», scrive in un video emozionale pubblicato su Instagram, nel quale spiega il suo solo apparentemente bizzarro percorso. «A 21 anni mi ritrovo in cammino per diventare se dio vorrà un prete».
Racconta Edoardo: «L’anno scorso per fare un primo passo sono andato a vivere con due preti e quella è stata l’esperienza più bella della mia vita, che mi ha permesso di incontrare dei fratelli e di trovare nella quotidianità quella risposta che mi aspettavo scendesse dall’alto. Mi sono ritrovato a fare la domanda al vescovo per entrare al propedeutico, l’anno che precede l’ingresso al seminario. Ed eccomi qui a studiare teologia e a prestare servizio in due parrocchie nella diocesi fiorentina. Ho messo da parte il lavoro da modello, la recitazione, il ballo perché dei sì comportano inevitabilmente dei no. Non abbandono tutto perché le mie passioni fanno parte di me ma le vivrò e riproporrò in contesti diversi».
Nel 2019 Edoardo a fascia calda immaginava un futuro da attore e diceva: «Il lavoro dell’attore è un gioco continuo con se stessi e con gli altri nel quale si sperimenta e scopre nuove parti di se, e io non ne posso fare più a meno». Ora che alle giacche aperte sui pettoriali sta per sostituirsi il clergymen, Edoardo può gridare: «Sono Edoardo, ho 21 anni e sono felice». Il + felice.