Mosca-Kiev, i soldati non bastano mai. Putin e Zelensky vogliono nuovi coscritti

Mosca-Kiev, i soldati non bastano mai. Putin e Zelensky vogliono nuovi coscritti

La narrazione che rimbalza da Mosca a Kiev finisce per scontrarsi con i dati oggettivi che nessuno vorrebbe emergessero: dall’inizio dell’Operazione Speciale a oggi sono morti circa 190mila soldati tra russi (120mila) e ucraini (70mila). Sono cifre spaventose, soprattutto se si considera che, come sostiene il segretario della Nato Stoltenberg, appare difficile se non impossibile che il conflitto si concluda prima del 2025. Putin e Zelensky sono al corrente della situazione e non possono fare altro che forzare la mobilitazione di uomini. Il presidente ucraino ritiene necessario rafforzare i ranghi per dare vita a una svolta strategica incentrata sulla difesa, a seguito di una controffensiva poco brillante un po’ in tutto il Paese. Non dimentichiamo che dall’inizio delle ostilità 650mila ucraini in età da combattimento sono fuggiti e hanno ottenuto la residenza in Europa. «Tutti comprendono che sono necessari miglioramenti in questo settore. In gioco c’è la sopravvivenza della nostra nazione», avverte Zelensky, il cui mandato presidenziale scade tra 4 mesi. La futura catena di comando potrebbe non essere più la stessa, almeno secondo la first lady Olena Zelenska, che ha dichiarato all’Economist di essere contraria alla ricandidatura del marito. «Prima di tutto c’è la famiglia, vorrei sperimentare qualcosa di nuovo nella vita».

Sul fronte russo, Putin ha ordinato proprio venerdì di portare l’esercito a oltre 1,3 milioni di soldati, accrescendo gli effettivi di circa 170mila unità. La decisione sarebbe maturata, almeno così sostiene il ministero della Difesa, come risposta all’aumento delle minacce provenienti dall’Ucraina e dall’espansione della Nato. In realtà Putin deve far fronte alle forti perdite subite in 647 giorni di combattimenti. Mosca ha reso noto che il numero dei militari sarà aumentato gradualmente, attraverso reclutamenti volontari e non con coscrizione obbligatoria. Non è da escludere, dopo gli accordi sottoscritti tra Putin e Kim Jong-un lo scorso 13 settembre a Vostochny, che la Russia possa disporre a breve anche di qualche battaglione da Pyongyang.

Nel frattempo, secondo il ministro dell’Energia di Kiev Galushchenko, la centrale di Zaporizhzhia sarebbe stata sull’orlo di un incidente nucleare e radioattivo a causa di un blackout dell’impianto provocato da un raid aereo di Mosca. «Le azioni dei russi richiedono una risposta più dura da parte del mondo. Venerdì notte si è rischiata un’altra Fukushima», ha dichiarato. La Germania ha fornito all’Ucraina un nuovo pacchetto di aiuti militari, tra i quali sistemi di rilevamento dei droni e fucili di precisione. Durante la giornata di ieri, le forze ucraine hanno respinto 54 attacchi nemici nelle direzioni di Kupyansk, Lyman, Bakhmut e Avdiivka. In serata i russi hanno respinto un attacco aereo su Krasnodar, liquidando due missili S-200.

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