Si torna a parlare dell’ormai tristemente noto autovelox di Cadoneghe, famoso per la raffica di multe con cui ha investito i cittadini del paese in provincia di Padova. Circa 24mila le sanzioni scattate in soli 30 giorni (58mila in due mesi), un record assoluto che è diventato un vero e proprio caso nazionale.
Purtroppo, a distanza di mesi dalla prima volta in cui è stata data notizia della situazione, i residenti continuano ad avere problemi: le persone, che avrebbero diritto a ottenere un rimborso, riferiscono delle difficoltà nella compilazione dei moduli.
L’autovelox killer
L’autovelox in questione era stato collocato lungo la Strada Statale del Santo e in pochi mesi ha mietuto tante vittime. Ben 24mila sanzioni in un solo mese, con un introito per le casse comunali di circa un milione di euro. E dire che erano stati proprio i residenti, mediante petizione, a chiedere la sua installazione per tutelare il tratto di strada.
Il problema era che l’autovelox, predisposto per attivarsi dopo il superamento di 50 km/h, scattava con estrema facilità, dato che sulla via in questione le auto difficilmente riescono a scendere al di sotto dei 60 km/h. Da qui la tempesta di multe che ha colpito tantissimi automobilisti, che hanno fatto ricorso e sono andati a protestare al Comune. Fra i tanti casi, quello di un uomo sanzionato per ben 38 volte in sole 24 ore.
L’esasperazione è arrivata a un punto tale che l’estate scorsa il famoso autovelox è stato fatto esplodere nel cuore della notte. Qualcuno avrebbe utilizzato della polvere pirica alla base del tubo di sostegno. Un fatto che è stato largamente festeggiato sui social.
Si riaccende la polemica
A distanza di mesi non c’è ancora pace per i residenti di Cadoneghe. In un recente servizio di Pomeriggio Cinque, infatti, viene spiegato che chi ha diritto a ricevere un rimborso sta incontrando dei problemi nella compilazione del modulo. Il Comune aveva infatti annunciato che le 58mila sanzioni sarebbero state annullate, con conseguente restituzione del denaro ai cittadini, ed un documento da scaricare era stato messo a disposizione sul portale online dell’amministrazione. A quanto pare, però, il modulo presenterebbe delle mancanze.
“Non c’è una determina che metta nero su bianco la decisione del sindaco, anzi“, spiega un cittadino in video collegamento con la trasmissione. “Ci risulta che nelle prossime udienze che si terranno dinanzi al giudice di pace il Comune continuerà a costituirsi. Pertanto, allo stato attuale non c’è niente di vero“. “Noi le multe le abbiamo pagate“, sottolinea una cittadina, “però siccome sono illegittime vorremmo indietro i nostri soldi“.
Ma il colmo sarebbero proprio i moduli per chiedere il rimborso. Nel documento, da presentare compilato al Comune per ottenere indietro il denaro, mancherebbe la sezione per l’Iban. “Non c’è lo spazio per inserire l’Iban, che è l’unica cosa che a noi interessa!”, esclama la cittadina.