David Fuller, il serial killer necrofilo che ha sconvolto la Gran Bretagna

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Per oltre trent’anni è riuscito a farla franca. Mai un sospetto, mai un’accusa. Poi i progressi della tecnologia lo hanno incastrato e hanno acceso i riflettori su uno dei casi di necrofilia più spaventosi di sempre. Parliamo di David Fuller – conosciuto anche come il “mostro dell’obitorio” – il killer britannico condannato all’ergastolo per l’omicidio di due giovani donne nel 1987 e per aver abusato sessualmente fra il 2008 e il 2020 di almeno 100 cadaveri di donne mentre lavorava come tecnico elettricista all’interno della struttura sanitaria.

Una vita tra luci e ombre

David Fuller nasce il 4 settembre del 1954. Di infanzia e adolescenza si sa poco, pochissimo, se non qualche episodio già preoccupante come l’abitudine di dare fuoco a qualsiasi tipo di oggetto, quasi una costante nelle biografie dei serial killer. La vita sentimentale è stata particolarmente vivace sin dalla tenera età – in totale tre moglie e tre figli – così come i problemi con la giustizia. Nel 1973, poco meno che ventenne, viene arrestato per una serie di furti con scasso. Stesso discorso quattro anni più tardi, nel 1977. Ma Fuller è fortunato: riesce a evitare il carcere in entrambe le occasioni e non gli vengono prese le impronte. Dettaglio che gli consentirà di farla franca per oltre tre decenni.

Dopo un primo matrimonio terminato dopo poco tempo, David Fuller conosce Sally e decide di convolare nuovamente a nozze. Fa diversi lavora, sbarca il lunario in ogni modo possibile. Tra i tanti impieghi, quello di fotografo per la rock band londinese Cutting Crew, seguita nella lunga tournèe del 1985 proprio insieme alla moglie. I suoi hobby preferiti sono il birdwatching, il ciclismo e la fotografia. Ma c’è un lato oscuro di Fuller che nessuno conosce e che esploderà poco tempo dopo, per la precisione nel 1987.

Gli omicidi

In quell’anno, nel giro di cinque mesi, David Fuller firma un duplice omicidio che sconvolge il regno unito. La prima vittima è Wendy Knell, direttrice di un negozio SupaSnaps a Turnbridge Wells, nel Kent. Il futuro “mostro dell’obitorio” è un grande frequentatore dell’esercizio perché è lì che porta a sviluppare le sue fotografie. E sviluppa un’ossessione malata nei confronti della sua titolare. In un giorno di giugno Fuller entra in azione e la aggredisce nel suo monolocale in Guildford Road: prima la strangola e poi abusa del suo corpo senza vita. A ritrovare il suo corpo sarà il suo fidanzato il 23 giugno: nudo nel letto tra enormi chiazze di sangue.

Cinque mesi dopo, per l’esattezza il 24 novembre, David Fuller si ripete. Dopo averla incrociata in più di un’occasione al ristorante Buster Brown dove lavorava come cameriera, l’uomo aggredisce la ventenne Caroline Pierce fuori dalla sua abitazione a Grosvenor Park. Stesso modus operandi del primo omicidio: prima lo strangolamento, poi il sesso con il cadavere. A differenza del caso Knell, Fuller decide di disfarsi del corpo esamine della vittima gettandolo in un fosso di una strada di campagna a Romney, zona che conosce bene grazie ai lunghi percorsi fatti in bicicletta. La polizia collega i due casi, diventati famosi come i “bedsit murders”. Ma nonostante le indagini e le ingenti risorse messe a disposizione, le autorità non riescono a trovare indizi significativi.

La riapertura dei casi

David Fuller riesce dunque a farla franca e decide di dedicarsi alla sua famiglia. Va a vivere con la famiglia a Hethfield, nell’East Sussex, e si contraddistingue come un grande lavoratore. Dopo la rottura con Sally – complice qualche relazione extraconiugale, compresa quella con un’infermiera durata due anni – l’uomo sposa la terza moglie, Mala, alle Barbados nel 1999. Dopo aver fatto diversi lavori, trova stabilità come elettricista negli ospedali al servizio dei residenti del Kent e del Sussex. Ma a trent’anni dai fatti a stravolgere l’esistenza di Fuller ci pensa miglioramento della tecnologia e delle tecniche di analisi forensi.

David Fuller viene infatti collegato agli omicidi Knell e Pierce grazie all’esame del DNA. Nel 2020 le autorità riprendono in mano alcuni casi datati e provano a capire se le nuove tecnologie possono fare la differenza. Quando si imbattono nel duplice omicidio, gli agenti esaminano i campioni disponibili e ricavano il DNA. Nessun riscontro nei database della polizia, ma gli investigatori non mollano e sottopongono a un test decine di residenti di Turnbridge Wells. Tra i tanti test, spunta un’affinità con il DNA del killer: si tratta proprio del fratello di David Fuller. E collegarlo ai delitti non è così difficile, anzi.

La scoperta agghiacciante

La polizia trova delle prove sui casi Knell-Pierce all’interno della sua abitazione – dal materiale di SupaSnaps a un diario che dimostra le visite al ristorante Buster Brown – e David Fuller viene arrestato. Ma non solo. Gli agenti infatti scoprono migliaia di immagini e video legati a crimini sessuali. E solo in questa fase emergono le azioni necrofile di Fuller: sì, perché tra i filmati sequestrati spuntano le sequenze di sesso con i cadaveri all’interno degli obitori degli ospedali in cui aveva lavorato.

L’attenzione della polizia si è dunque rivolta al Kent and Sussex Hospital, dove David Fuller aveva prestato servizio dal 1989 al 2010, e al Turnbridge Wells Hospital, dove aveva lavorato fino al giorno dell’arresto. La scoperta degli investigatori è agghiacciante: Fuller aveva libero accesso agli obitori grazie a una tessera magnetica utilizzata per lavorare in qualità di elettricista. Conosceva perfettamente quali erano le zone coperte dalle telecamere a circuito chiuso e quali no, ma ad incastrarlo in maniera plastica è la sua collezione privata, con registrazioni dettagliate di nomi ed età. Un lavoro certosino che permetterà alle autorità di identificare almeno 101 cadaveri (di età compresa tra i 9 e i 100 anni) violati.

Dopo aver negato ogni addebito sui due omicidi e sugli episodi di necrofilia, David Fuller si dichiara colpevole dei casi Knell-Pierce e di aver violato 44 cadaveri tra il 2008 e il novembre del 2020. Nel dicembre del 2021 viene condannato all’ergastolo. Successivamente, nel dicembre del 2022, viene nuovamente condannato per l’abuso di altri 23 cadaveri.

La bufera sull’azienda ospedaliera

Nel novembre del 2023 è scoppiata una vera e propria bufera riguardante l’azienda ospedaliera britannica di Maidstone e Tunbridge Wells. L’inchiesta ha infatti acceso i riflettori su errori, negligenze e controlli inesistenti che hanno consentito a David Fuller di operare indisturbato negli obitori del trust ospedaliero. “Ci sono state opportunità mancate per mettere in discussione le pratiche di lavoro di Fuller”, le parole del presidente, sir Jonathan Michael. Ma non solo. Dall’indagine è emerso che il killer in un solo anno ha avuto accesso alle camere mortuarie ben 444 volte senza che nessuno gli chiedesse mai conto di quegli ingressi. Un caso che rimpolpa il lungo elenco di scandali nella sanità britannica UK.

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