Fontane di lava dal cratere, nuova spettacolare eruzione dall’Etna

Fontane di lava dal cratere, nuova spettacolare eruzione dall'Etna

L’Etna continua a dare spettacolo con una nuova eruzione, un’intensa fontana di lava dal Cratere di Sud-Est con trabocchi nell’area sommitale e un’alta colonna di fumo. Di recente – sulla base dell’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza – era emerso che l’attività stromboliana fosse in incremento, producendo delle emissioni di cenere che a loro volta si disperdevano in direzione Nord-Nord-Est. L’attività esplosiva è stata accompagnata da un flusso lavico da tracimazione che si è propagato nel versante meridionale del cono del cratere.

A partire dalle ore 15 circa l’attività infrasonica è risultata essere in aumento in maniera significativa non solo per quanto riguarda il tasso di accadimento degli eventi ma anche nella loro ampiezza. Inizialmente il traffico a Catania aveva risentito dei problemi del caso, con automobilisti e motociclisti che hanno colto l’occasione per fermarsi al fine di immortalare la scena con il proprio cellulare: a stretto giro i video e le foto della fontana di lava dal Cratere Sud-Est sono finiti sui social spopolando sul web.

Dalla sera del 19 novembre è in corso un’attività eruttiva che Boris Behncke, esperto dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha definito “molto particolare” che sembra “per ora molto stabile“. Essa si manifesta attraverso brevi episodi di attività stromboliana, separati da intervalli di calma totale e con una cadenza di un episodio ogni 60-80 minuti circa. Negli ultimi giorni sono stati circa 200 gli episodi, ben 21-22 al giorno eccezion fatta per un arco di tempo tra il 22 e il 23 novembre quando l’attività è stata leggermente ridotta.

A spiegare il quadro che si sta delineando è stato un articolo di approfondimento sul sito dell’Ingv Vulcani alla luce dell’Etna in eruzione intermittente. Nello specifico supera quota 250 il numero degli episodi stromboliani, assimilabili a “mini eruzioni”, che hanno avuto vita tra il 19 novembre e l’1 dicembre. Dopo circa un’ora di calma “pressoché totale” l’episodio eruttivo inizia con deboli sbuffi di gas caldo ed espulsione di pochi frammenti di lava incandescente.

Successivamente le esplosioni assumono energia progressivamente maggiore, anche se separate da intervalli di 60 o 120 secondi. Nella maggior parte dei casi tutto ciò avviene alla “bocca della sella”, ovvero sulla cima del Cratere di Sud-Est. In altri casi però l’attività avviene “anche da almeno un’altra bocca situata immediatamente ad Est“, mentre le esplosioni si fanno via via più intense con getti che raggiungono un’altezza fino a 150 metri sopra l’orlo craterico. “Il materiale eruttato ricade sui fianchi del cono del Cratere di Sud-Est e raramente raggiunge la sua base“, spiegano gli esperti dell’Ingv.

Cosa può accadere ora? Sono quattro gli scenari che potrebbero verificarsi qualora dovesse rompersi l’equilibrio tra la quantità di magma che risale nel condotto del Cratere di Sud-Est e quella che viene eruttata in superficie. Sotto la lente di ingradimento finirà la quantità di magma che risale nel condotto: se diminuisce allora le eruzioni stromboliane potrebbero terminare; se aumenta invece si potrebbe arrivare a un tipico parossismo eruttivo (noto anche come fontana di lava); se incrementa notevolmente potrebbe generare un’eruzione sub-terminale. Se il condotto si dovesse fratturare più in profondità a quel punto lo scenario potrebbe essere quello di un’eruzione laterale, che però sarebbe preceduta da precursori importanti. “Attualmente tali precursori non vengono registrati, per cui un’eruzione laterale è improbabile. Al momento attuale, i dati raccolti dalle reti di monitoraggio dell’Ingv indicano come più probabili i primi due scenari eruttivi“, conclude l’Istituto.

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