Percorrendo alcune remote strade della Buriazia, nell’estremo est della Russia, a valle dei monti Severomuysky è possibile imbattersi in un monumento di epoca sovietica con la scritta 1977. Si tratta di un’opera che segnala l’inizio della galleria ferroviaria che prende il nome proprio dalla catena montuosa e che, con i suoi 15 km di lunghezza, rappresenta una delle infrastrutture più importanti dell’oriente russo. Giusto per far comprendere la complessità e l’importanza del tunnel, la scritta 1977 indica la data di inizio dei lavori i quali sono poi terminati soltanto nel 2003.
Ed è proprio qui che, secondo quanto rivelato alla Reuters da una fonte dell’Sbu ucraino, Kiev avrebbe deciso di attaccare. Giovedì, all’interno della galleria che permette l’interconnessione dell’est con la Russia europea e da cui transitano anche i convogli provenienti dalla Cina, si sono verificate alcune esplosioni. L’Ucraina ha rivendicato l’attacco: la deflagrazione sarebbe infatti avvenute grazie all’esplosivo piazzato a bordo di uno dei treni.
La Russia colpita in profondità?
La dinamica descritta dalla fonte Sbu che ha contattato l’agenzia Reuters, non sembra molto diversa da quella relativa all’attacco contro il ponte Kerch dell’ottobre 2022. In quell’occasione, a essere imbottito di tritolo è stato un camion fatto esplodere mentre percorreva la sezione autostradale del viadotto che collega la Crimea alla Russia continentale.
Nelle scorse ore invece, a saltare in aria sarebbe stato almeno un convoglio ferroviario. Il treno merci in questione, una volta imboccato il tunnel Severomuysky dalla sezione occidentale, è esploso causando un vasto incendio all’interno della galleria. Mancano però al momento alcuni dettagli importanti sull’accaduto. Le esplosioni riportate sui social sarebbero più di una, forse addirittura quattro. Alcune di essere potrebbero essere state causate dagli effetti collaterali della prima deflagrazione.
Pare infatti che il treno merci trasportasse carburante, circostanza in grado di amplificare gli effetti della detonazione. Sui media russi sono apparse immagini di incendi all’esterno della galleria. E, in particolare, in prossimità del cosiddetto “ponte del diavolo”. Ossia il viadotto che introduce al percorso alternativo al tunnel Severomuysky. Non è chiaro quindi se il treno sia esploso o meno dentro il tunnel.
Al netto dei dettagli ancora scarni, è possibile ravvisare due elementi importanti: il blocco del traffico ferroviario all’altezza della galleria e, se confermata la mano di Kiev, l’azione in profondità svolta dai servizi segreti ucraini. Il tunnel si trova infatti a oltre cinquemila chilometri dalle linee del fronte del Donbass.
I managed to save this photo of the second train explosion in Buryatia from VK before they were deleted. The timestamp clearly indicates this is the 2nd explosion, not the one reported yesterday. However, it’s also evident that this is not the bridge as Ukrainian sources claim. pic.twitter.com/FJlkFE1tAe
— Mark Krutov (@kromark) December 1, 2023
Le possibili conseguenze dell’attacco
Lo stop ai treni lungo la vitale ferrovia che passa dalla Buriazia, conosciuta con l’acronimo di Bam (Bajkalo-Amurskaja), di certo rappresenta un colpo duro all’economia russa. Il tracciato comprendente la galleria Severomuysky, non solo è l’unico a mettere in comunicazione l’estremo oriente russo con la Russia europea, ma è anche l’unico a collegare Mosca con il territorio cinese.
In poche parole, dal tunnel colpito transitano i treni merci cinesi diretti in Russia. Per questo la chiusura della galleria rappresenta in primo luogo un colpo importante all’interscambio russo-cinese. E, secondo Kiev, potrebbe aver consentito anche lo stop a possibili aiuti militari da parte di Pechino. Un’affermazione quest’ultima difficile da verificare. Ad ogni modo, e a prescindere anche dalla conferma o meno della mano di Kiev sulla vicenda, per l’Ucraina la sospensione del traffico ferroviario tra Russia e Cina rappresenta una notizia molto importante.
Nessun commento per adesso dal Cremlino. I tg russi hanno confermato l’esplosione di un convoglio merci nell’area del tunnel, specificando come prima della deflagrazione l’equipaggio aveva notato del fumo a bordo e aveva per questo fermato la corsa del convoglio. Non sono emersi dettagli, come prevedibile, sulla possibile responsabilità ucraina.