“Il mondo dietro di te”, così Julia Roberts affronta l’apocalisse

"Il mondo dietro di te", così Julia Roberts affronta l'apocalisse

Arriverà l’8 dicembre su Netflix Il mondo dietro di te, pellicola a metà strada tra il thriller e la distopia che è tratta dall’omonimo romanzo di Rumaan Alam, candidato al National Book Award ed edito per l’Italia da La Nave di Teseo. Scritto e diretto da Sam Esmail – conosciuto soprattutto per Mr. Robot – il lungometraggio si inserisce in quella scia di pellicole che puntano a mettere lo spettatore in una posizione scomoda, costringendolo a riflettere su quale potrebbe essere il proprio futuro prossimo, che sia per cause naturali o per volontà di potenze che rimangono sempre dietro le quinte, che manovrano l’umanità come se non fosse altro che un insieme di burattini.

Un tranquillo fine settimana di paura

Amanda (Julia Roberts) è una donna che in poche battute svela il suo malcontento e la sua frustrazione. Ferma davanti a una finestra, mentre guarda i suoi vicini sfilare all’interno della loro quotidianità, Amanda capisce di odiare la gente e per questo organizza una mini vacanza di famiglia a Long Island, poco distante da New York. Il marito Clay (Ethan Hawke) e i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie) la seguono, pensando di passare un fine settimana rilassante. Ben presto, tuttavia, cominciano ad accadere fatti strani e inspiegabili. E tutto peggiora quando, nel cuore della notte, alla porta di casa bussa il padrone della casa, G.H. (Mahershala Alì) e sua figlia Ruth (Miya’la), parlando di un misterioso black out che potrebbe distruggere la società per come la conoscono e chiedendo asilo per una notte. Sarà solo l’inizio di un incubo pieno di svolte e pericoli, in cui niente è più ciò che sembra.

Il mondo dietro di te, tra tensione e denuncia

Il mondo dietro di te prende il via con il quadro di una famiglia apparentemente perfetta, che sembra avere come unica preoccupazione quella di ritagliarsi un po’ di tempo per stare insieme e rilassarsi. Ma già dall’inizio la regia fa in modo che lo spettatore senta una nota stridente, che capisca immediatamente che c’è qualcosa che non va, qualcosa che sta serpeggiando sotto la superficie e che richiede la massima attenzione. La regia di Sam Esmail è prepotente, in questo senso: si intrufola nelle inquadrature, si mostra come se fosse un personaggio aggiunto, e coopera ad aumentare il senso di smarrimento del pubblico, quasi lo volesse spingere a provare gli stessi sentimenti dei protagonisti in gioco. Mancanza di punti di riferimento e di ordine sono le caratteristiche principali dell’impianto emotivo del film, che lascia i suoi personaggi a vagare in un mondo diventato di colpo silenzioso, dove accade una sequela di fatti strani e inspiegabili, in cui la lotta per la sopravvivenza passa attraverso numerosi livelli: dalla possibilità di essere una brava persona alla capacità di fidarsi degli altri, al coraggio di fare di tutto per salvare la propria famiglia. E in questo racconto la regia è sempre lì che ribalta le inquadrature, che alterna zoom allungati e veloci a quadri più ampi ma ciechi, in cui il pericolo potrebbe arrivare da ogni punto.

Tenendo conto di questa struttura diegetica si potrebbe dire che Il mondo dietro di te non è solo un film da vedere, ma un’esperienza alla quale lasciarsi andare. Si ha quasi la sensazione di essere dentro il film, di sentire sulla propria pelle gli stessi dolori di Amanda o di G.H. E questo è reso possibile soprattutto dalla costruzione di una tensione tagliente e costante, che rappresenta senza dubbio l’elemento più riuscito del lungometraggio. Grazie anche a una colonna sonora creata ad hoc, lo spettatore non riesce mai davvero a rilassarsi e per più di due ore e mezza rimane seduto in poltrona con i muscoli contratti e lo stomaco in subbuglio, in attesa di scoprire cosa si cela davvero dietro quello che accade alle due famiglie costrette a condividere uno spazio vitale come quello di una casa. Film dalle tinte quasi horror, Il mondo dietro di te è anche un film che denuncia da una parte la sudditanza ormai globale dell’umanità alla tecnologia, ma anche il disinteresse del “cittadino medio” che non si interessa di quello che accade, che lascia che altri decidano per lui. Una denuncia verso le fake news ma anche verso una certa aria di snobismo intellettuale di cui è piena una certa fetta di popolazione, per cui il modo migliore di stare al mondo è dichiarare di odiare tutti, sottointendendo che nessuno, al mondo, è al loro pari. Pur con un minutaggio fiume di circa 138 minuti che potrebbe far paura, Il mondo dietro di te è un film che scorre e che mostra una sua incredibile fluidità nel rappresentare un incubo a occhi aperti, in cui trova posto anche un cosiddetto “survivalista” interpretato dal sempre ottimo Kevin Bacon. Da vedere.

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