Ogni giorno, la sinistra accusa la destra di essere un baluardo della società patriarcale, maschilista e repressiva. «Ma come, non è possibile», direte voi, sobbalzando. In effetti avete ragione. La destra ha una leader donna, che tra l’altro è la prima, nella storia d’Italia, a raggiungere la presidenza del Consiglio. «Alla faccia del patriarcato», commenterete. Non siate ingenui. Sono dettagli sui quali politici dell’opposizione ed editorialisti di complemento non amano soffermarsi. Altrimenti dovrebbero ammettere che il valore simbolico della Meloni al comando annienta molti luoghi comuni sulla destra retriva.
La sinistra da sempre reclama una diversità antropologica, una superiorità morale, una maggiore purezza d’idee e d’intenti. Accadeva ai tempi di Silvio Berlusconi, quando nessuno era abbastanza anti-cavaliere, e dunque si assisteva a una sconcertante caduta nel più grottesco, ma non per questo innocente, estremismo. Accadeva ai tempi del giustizialismo, quando nessuno era abbastanza a favore dei magistrati, e pazienza se ci andava di mezzo lo stato di diritto. Poi saltava fuori che gli acerrimi nemici di Silvio pubblicavano libri con le case editrici di… Silvio. Poi saltava fuori che nessuno era estraneo al giro di mazzette, e chi era tagliato fuori in Italia andava a bussare alle porte dell’Unione Sovietica. Oggi non si è mai abbastanza contro il patriarcato, a nessuno interessa se insieme all’oppressione da parte del maschio (tassativamente bianco e cristiano) si butta via anche la famiglia stessa, anzi meglio.
Poi però arriva l’incidente che rovina tutto. La prova che chi predica bene, razzola male. Eleonora Evi, la co-portavoce di Europa Verde, ha dato ieri le dimissioni, accusando il partito di essere «patriarcale» e malato di «autoritarismo». Poi ha definito il proprio ruolo come «carica femminile di facciata» e aggiunto di non voler essere una «marionetta». Il leader Angelo Bonelli ha negato tutto e rivendicato il primato dei Verdi nella parità di genere.
La logica dell’«io sono più puro» finisce sempre male: c’è sempre uno più puro che ti epura, e non è un gioco di parole, ma una descrizione di quello che succede da anni nel campo avverso alla destra. Tante belle parole, che non costano nulla. Tanti episodi di incoerenza. Tanti dirigenti, uno più puro dell’altro ma soprattutto uno più incapace dell’altro. Raramente il moralismo si sposa con l’intelligenza.