È il giorno dell’interrogatorio di Filippo Turetta e anche quello dell’autopsia di Giulia Cecchettin, la sua ex fidanzata, vittima di una relazione tossica. Lei se n’era accorta e lo aveva allontanato, ma era buona e non voleva farlo soffrire troppo, quindi ogni tanto ancora lo vedeva, lui non riusciva a lasciarla andare e l’ha uccisa.
Questa mattina il giovane dovrebbe rispondere alle domande del pm Andrea Pedroni, che ha chiesto di sentirlo dopo la scena muta davanti al gip Benedetta Vitolo nell’interrogatorio di garanzia di martedì scorso, quando si è limitato a una breve dichiarazione spontanea per confessare il delitto e dirsi «affranto» per quello che ha fatto. Oggi Turetta nel carcere di Verona dovrebbe parlare, per la prima volta, soffermandosi sui dettagli dell’omicidio, dalla brutale aggressione di Giulia fino al momento in cui ha abbandonato il cadavere sotto un masso vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone, per poi fuggire in macchina fino in Germania, dove poi è stato arrestato. Tecnicamente si potrebbe avvalere ancora una volta della facoltà di non rispondere, ma è probabile che non lo faccia. Il suo legale ha avuto tempo di leggere le carte dell’inchiesta e di prepararlo al faccia a faccia con il magistrato per rispondere alle domande più scivolose senza compromettere la difesa, che si gioca tutta sul riconoscimento o meno della premeditazione e dell’aggravante della crudeltà. Un dettaglio, quest’ultimo, che sarà l’autopsia eventualmente ad evidenziare, nel caso emergesse che Turetta abbia infierito su corpo di Giulia, anche con calci e pugni quando era ancora viva, dopo essere stata ferita con una ventina di coltellate. C’è stata un fendente letale o la studentessa è morta battendo la testa quando è stata spinta a terra mentre cercava di fuggire? Era ancora viva quando è stata caricata in macchina prima dell’inizio della lunga fuga? Ci sono molte domande a cui dovranno rispondere i medici legali incaricati ieri dalla Procura di Venezia. All’esame autoptico parteciperà anche un consulente della famiglia Turetta e un altro nominato dai Cecchettin. La difesa di Filippo, cercherà in tutti i modi di respingere la tesi della premeditazione, che potrebbe costare l’ergastolo al giovane. Diversi gli elementi che potrebbero portare la Procura a contestargliela: i coltelli che il ragazzo aveva con sé, lo scotch comprato on line 48 prima del delitto, i sacchi neri usati per coprire il corpo, il sopralluogo effettuato nella zona dell’aggressione. Tra qualche giorno tornerà in Italia la macchina di Turetta con tutti i reperti sequestrati, tra cui il telefonino di Giulia. Intanto i magistrati hanno ascoltato le amiche della giovane per ricostruire il suo rapporto con Filippo e gli atteggiamenti possessivi di lui anche quando la relazione era ormai terminata. Una sorta di «stalking psicologico», per l’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste Elena Cecchettin, la sorella della vittima. Ieri la giovane ha pubblicato una storia su Instagram per dire che le parole sui giornali e i commenti non la toccano. «Sono solo conspiracy theories», ha detto.
Ancora nessuna certezza sulla data del funerale di Giulia nella Basilica di Santa Giustina, a Padova, capace di accogliere tutti coloro, che saranno tantissimi, vorranno partecipare. Potrebbero tenersi lunedì o martedì.