Ha preso il via ieri a Dubai la Cop28, la Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite che negli ultimi anni ha assunto una crescente importanza nel dibattito internazionale a cui non sono però sempre coincisi effettivi risultati. Questa edizione si è aperta con numerose polemiche anche a causa del ruolo svolto dal presidente della Cop, Sultan Al Jaber, e non hanno aiutato i forfait delle ultime ore con il Presidente Usa Joe Biden, il presidente cinese Xi Jin Ping e Papa Francesco che non parteciperanno alla Cop. Confermata invece la presenza del premier italiano Giorgia Meloni che interverrà alla Conferenza sul Clima con una fitta agenda.
Oggi si terranno i suoi primi due discorsi mentre sabato la Meloni interverrà alla plenaria. In un’edizione caratterizzata dalla situazione in Medio Oriente, con il volo di stato insieme dalla premier ha viaggiato anche un team di pediatri italiani chiamati per aiutare i colleghi emiratini nelle cure dei bambini palestinesi provenienti da Gaza.
Nel primo giorno della conferenza è arrivata l’importante decisione di rendere operativo il fondo «Loss & damage» la cui realizzazione era stato uno dei principali temi di discussione della precedente edizione della Cop27. Il fondo «perdite e danni» consiste negli aiuti ai Paesi più poveri del mondo da parte delle economie più ricche e sarà ospitato temporaneamente dalla Banca Mondiale. Tra i primi paesi ad essersi impegni ci sono gli Emirati Arabi con 100 milioni di dollari, la Germania con altri 100 milioni, il Giappone con 10 milioni e la Gran a Bretagna con 60 milioni di sterline. Sultan al-Jaber ha parlato di una «decisione storica» mentre tra i temi annunciati la conferenza «deve concentrarsi nell’affrontare la causa principale della crisi climatica: un piano per eliminare gradualmente i combustibili fossili in modo giusto e rapido».
I costi dei fondi per il clima e del «loss and damage» sono il principale argomento di discussione così come il costo della transizione ecologica per cui, secondo Bcg, serviranno investimenti da oltre 100-150mila miliardi di dollari a livello globale nei prossimi 3 decenni. Ma è anche il rispetto dei target di Parigi per evitare l’aumento delle temperature di 1,5 gradi a tenere banco a fronte dell’allarme dell’Onu: il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre.
La sfida principale che attende questa edizione della Conferenza sul clima è quella di riuscire a ottenere risultati concreti per l’ambiente evitando toni apocalittici (il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha sostenuto «stiamo vivendo il collasso climatico in tempo reale») e soprattutto coniugando i temi ambientali con quelli economici.