“Non esiste…”: la strana beffa del web contro l’Australia

"Non esiste...": la strana beffa del web contro l'Australia

Una volta era il Molise, per rimanere in territorio nostrano, a essere la Regione “che non esiste”: adesso sarebbe addirittura l’Australia, grande quanto un continente a non essere trovato da un motore di ricerca molto famoso, Bing, di proprietà di Microsoft. È quanto accaduto nelle ultime ore lasciando di stucco migliaia di utenti che hanno segnalato l’evidente anomalia del sistema.

Cosa è successo

Dando fiato per qualche ora anche alle bocche dei terappiattisti, l’errore macroscopico è stato screenshottato da diverse persone che hanno raccontato cosa accadeva quando si scriveva la parola Australia su Bing e una risposta incredibile: un lapidario “No” all’interno di una casella di testo prima dei risultati del collegamento. “Bene, il fatto è che l’Australia non esiste. Tutto ciò che tu hai mai sentito è stato inventato, ogni foto che tu abbia mai visto erano fake del governo. Sono sicuro che avrai interagito su internet con persone che affermano di essere australiane ma esse sono agenti segreti del governo“, recita la scritta in inglese postata dal The Guardian.

La controrisposta dell’intelligenza artificiale

Bing nega l’esistenza dell’Australia“, ha scritto sui social il giornalista tecnologico Stilgherrian. Di tutta risposta, un utente lo ha preso bonariamente in giro affermando di credere “alle teorie del complotto” mentre un altro ancora l’ha presa sul ridere: “Ciò significa che non devo pagare le bollette?”. In altri casi, però, alcuni utenti hanno scoperto che provando a fare una ricerca l’intelligenza artificiale la Bing Chat contraddiceva il risultato del motore di ricerca che hanno confermato (come se ce ne fosse bisogno) l’esistenza del Paese dei canguri. “Sì, l’Australia è un paese reale“, ha risposto poche ore il copilota di Bing. “È una nazione sovrana che comprende la terraferma del continente australiano, l’isola della Tasmania e numerose isole minori”.

Le teorie del complotto

Se si sia trattato di un bug, di un hacker o di una trovata pubblicitaria non è dato saperlo ma lo scherzetto del motore di ricerca ha fatto il giro del mondo. La problematica ha riportato al galla una tesi nemmeno troppo vecchia tra i terrapiattisti secondo i quali l’Australia non esiste e il Paese “sia stato inventato dal governo britannico come scusa per giustiziare decine di migliaia di prigionieri… Queste teorie non sono vere e sono state smentite da prove scientifiche”. Un portavoce della Microsoft è successivamente intervenuto spiegando che il malfunzionamento è stato risolto. “Grazie per aver portato la questione alla nostra attenzione“, ha dichiarato il portavoce. “Abbiamo esaminato questa domanda e abbiamo implementato una soluzione per risolverla“.

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