Dopo una lungo confronto, finalmente il passaggio tanto atteso dal governo è arrivato: ieri Lufthansa ha inviato la notifica alla Commissione Ue circa l’acquisizione di una quota di minoranza, pari al 41%, di Ita Airways. «Abbiamo ricevuto la notifica dalle parti» sull’acquisizione «e la nostra scadenza provvisoria per una decisione sulla fase 1 è il 15 gennaio 2024» hanno spiegato da Bruxelles. Ma cosa potrebbe succedere ora? L’Ue potrebbe dare l’ok oppure potrebbe richiedere ulteriori chiarimenti o rimedi per scongiurare eventuali turbative nel mercato interno. A quel punto l’iter prevederebbe ulteriori 90 giorni per l’esame, a cui si potrebbero aggiungere ulterori proroghe di 15 o 20 giorni. Ita e Lufthansa contano di iniziare la collaborazione ufficiale già a gennaio (quella ufficiosa è in corso da mesi) anche perchè nelle lunghe interlocuzioni informali pre notifica si è lavorato molto per non incappare in stop che potrebbero costare tempo e soprattutto denaro. La Commissione, del resto, aveva chiesto a Lufthansa di rinunciare ad alcuni slot transcontinentali molto profittevoli, a partire proprio della ricca rotta verso gli Stati Uniti. Ed è in questo calderone che si legge la cancellazione della tratta Malpensa-New York, arrivata bruscamente mercoledì dopo che erano già stati venduti 7mila biglietti per i viaggi nel 2024. Uno schiaffo per i viaggiatori lombardi, che per volare con Ita Airways verso la grande Mela ora dovranno per forza fare almeno uno scalo a Roma. Se è vero, infatti, che la rotta da Malpensa non è tra le più redditizie, c’è da notare che era stata lanciata solo un anno e mezzo fa e le sinergie con Lufthansa avrebbero potuta farla diventare molto redditizia. I tedeschi, però, evidentemente preferiscono sacrificare lo slot di Ita piuttosto che uno dei loro a Monaco o Francoforte. A dire il vero già l’anno scorso in Ita Airways si stava pensando di cancellare la rotta Malpensa-New York, ma all’epoca si decise di accantonare il progetto per l’agitazione generata in ambienti leghisti davanti allo scontento che si sarebbe creato in un feudo elettorale del Carroccio. Ora, però, arriva la marcia indietro, proprio nel momento in cui la tratta avrebbe potuto incassare di più grazie al traffico stagionale e nell’imminenza della notifica alla Ue. Ed è stato fatto esponendosi a un pasticcio, perchè oltre al danno d’immagine Ita dovrà affrontare 7mila clienti arrabbiati già titolari del biglietto. Sicchè, dovrà spendere di più per rimborsare chi lo richiederà e anche per riproteggere su voli di altre compagnie chi non accetterà di dover fare lo scalo a Roma Fiumicino, prima di raggiungere gli Stati Uniti. Va da sé che per esporsi a questo, a cui solo pochi mesi prima si era rinunciato, ci devono essere ragioni forti. E sicuramente tra queste c’è l’aver favorito con la sua rinuncia nozze più agili con Lufthansa, che ha cercato di tenere duro per non dover rinunciare a nessuno (o comunque al minor numero possibile) di gioielli della sua corona.
Intanto, però, a Milano cresce la polemica per una decisione che penalizza la città e soprattutto il tessuto imprenditoriale sul quale si sostiene. «La notizia che Ita, a partire dall’8 gennaio, per motivi economici o tecnici, poco importa, non coprirà più la tratta Milano-New York è l’ennesima conferma di come in Italia il cittadino-cliente è trattato senza alcun rispetto», ha dichiarato il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella. Una protesta che avrà sicuri strascichi.