All’alba di una delle giornate più decisive per il caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, il gruppo di estrema destra Casa Pound ha affisso in diverse città italiane un manifesto ideologico in cui, sotto la faccia dell’assassino della ragazza, compare la scritta “ma quale patriarcato? questo è il vostro uomo rieducato“. Il riferimento evidente è alla accuse che, fin dalle prime ore successive al ritrovamento del cadavere della ragazza, ha puntato il dito contro il concetto di “patriarcato”.
Nella nota del gruppo si legge che “in questi giorni stiamo sentendo continuamente parlare di Turetta come ‘figlio sano del patriarcato e di rieducazione nelle scuole. Turetta è invece la conseguenza di una società che non fornisce più valori né, tanto meno, esempi“. Casa Pound aggiunge, a sostegno della propria tesi, che “dopo anni di decostruzione di genere, di deresponsabilizzazione del cittadino, a partire dalla scuola, cosa ci si può aspettare se non individui non in grado di affrontare una benché minima difficoltà? Si parla di rieducazione ma nelle aule scolastiche si ha addirittura paura nel dare voti negativi ai ragazzi per il rischio di turbarli“. Su questo concetto, il gruppo di estrema destra l’intera sua teoria, sottolineando che non ci può essere rieducazione “in una scuola che non rende ragazzi e ragazze in grado di affrontare difficoltà, superarle e prendersi responsabilità?“.
Filippo Turetta, ma con lui anche tanti ragazzi, secondo Casa Pound “sono proprio figli di quel sistema fluido, tanto sbandierato anche dalle femministe che ora pensano di infiammare le piazze, fondato sulla mediocrità e sul non essere piuttosto che su esempi di coraggio e virtù“.
Domani, intanto, sarà un giorno decisivo perché Turetta dovrà rivedere il pm di Venezia Andrea Petroni, che ha fissato un interrogatorio perché inquirenti e investigatori si attendono ora una collaborazione dal ragazzo, che anche in Italiìa ha confessato l’omicidio. Ma in quelle stesse ore verrà effettuata anche l’autopsia sul corpo della ragazza. I primi esiti degli esami potrebbero fornire risposte sul numero di coltellate (una ventina, secondo la prima ispezione sul cadavere) e su quale lama sia stata usata da Turetta: quella da 12 centimetri recuperata nell’auto in Germania o quella del coltello da 21 centimetri trovato spezzato nel parcheggio.