Papà Turetta ora taccia, Bonelli il patriarca e Kissinger: quindi, oggi…

Screen "Chi l'ha visto?"

– La sinistra è messa talmente male che non riescono a trovare un punto di incontro neppure quando devono fare quadrato contro il governo. L’abbiamo visto. E mi fa sorridere chi fa i conti coi sondaggi confrontando il “centrodestra” con il “centrosinistra” inteso come ammucchiata con cane, gatto, topo, il ragno e la mosca mora. State a sentire cosa dice Calenda: “Ma pensiamo veramente che l’alternativa a questo governo sia un’ammucchiata che vada da me a Fratoianni, Bonelli, Conte e Schlein?”. Discorso chiuso. Amen. Kaputt. Fine. Sipario.

– Il giudizio di Calenda su Elly è tosto, eh. Dice: “La Schlein ieri ha detto che vuole levare i sussidi al gas, e altre cose che determinerebbero il fallimento delle aziende, poi che lei vorrebbe elettrificare tutto, però non producendo più energia elettrica. Ma non è politica. Quello che fa la Schlein sono appelli morali che nel contenuto non hanno niente e non si costruisce un’alternativa di governo fatta in questo modo”. Calenda ha ragione. Ma gli faremmo notare che s’era già capito quando Elly aveva provato a spiegare che sul termovalorizzatore il Pd stava cercando di costruire “dei cicli positivi, della circolarità uscendo dal modello lineare”.

– Il Papa attacca: che errore “maschilizzare” la Chiesa. Sono d’accordo, soprattutto quando se la prende con i teologi tra cui ci sono solo 5 donne. Ok. Ma i membri della Commissione Teologica Internazionale non sono mica spuntati su così dal nulla. Le nomine sono state fatte il 27 luglio del 2021, quindi regnante Bergoglio. Dunque: con chi si la prende?

– La storia di Eleonora Evi che accusa Angelo Bonelli di patriarcato è meravigliosa. In pratica lei rinfaccia a lui di essere a capo di un partito personale (alla buon’ora) e patriarcale. “Non faccio la marionetta del pinkwashing”. Se posso permettermi, aggiungerei che l’esperienza Verdi degli ultimi mesi più a personale e patriarcale è stata fallimentare, visto che dei 6 deputati eletti uno era Soumahoro (e sappiamo com’è finita) e l’altra se ne è già andata, dopo appena 12 mesi di legislatura. Anno nero per il Verde italico doc.

– Fossi in Nicola Turetta, papà di Filippo, farei una bella cosa per la famiglia e per suo figlio: smetterei di andare in tv. Il modo migliore per evitare di infliggere dolore alla famiglia di Giulia Cecchettin e peggiorare l’immagine del killer è scomparire. Tacere. Smettere di parlarne. Perché insistere sulla storia “dell’embolo” o dell’assenza di “mano armata” (con che l’ha ammazzata, a parole?), o peggio ancora definire un 22enne come “un bambino”, come fatto nell’ultima intervista a Chi l’ha visto, crea solo un gran casino e non sarà in alcun modo utile al processo.

– L’Anpi torna in campo, ovviamente contro il governo. E lo fa accusando il pacchetto sicurezza del governo, l’ultimo varato, quello che impedisce i blocchi stradali e di pestare gli agenti, di provocare una “deriva poliziesca”. Il problema, vero, è che ancora oggi diamo peso alle posizioni di una associazione il cui scopo dovrebbe essere meramente storico. E non politico.

– Alla Lamborghini arriva la settimana lavorativa di quattro giorni e lo smart working fino a 12 giorni al mese. Luxottica fa lo stesso, riducendo le ore di lavoro a parità di stipendio. Domanda: ma io sono l’unico a lavorare sempre come un somaro e a guadagnare più o meno lo stesso?

– È morto Henry Kissinger e come sempre si sprecano gli elogi. È stato come tutti gli uomini politici un personaggio dai mille volti, meritevole di lodi per alcuni atti e decisamente contestabile in altri. Come ognuno di noi. Il suo più grande successo, tuttavia, credo sia essere arrivato a 100 anni con le capacità fisiche e mentali per essere in grado ancora di manovrare qualcosa a livello globale. E questo non è da tutti. Anzi.

– Sulla “legge bavaglio”, così la chiama il presidente dell’Ordine dei giornalisti, non mi esprimo. Certo le querele fatte a cavolo di cane sono un problema, ma vorrei soffermarmi su una frase di Carlo Bortoli, che sulle sanzioni dice: “Sono cifre assolutamente spropositate, che producono un effetto dissuasivo dirompente. Di norma oggi la sanzione è mille euro. Rendiamoci conto: 50mila euro un collaboratore o un freelance li guadagna in 5 anni. Significa piegare i colleghi al silenzio”. Ecco. Ma forse il vero problema, quello serio, è che un collaboratore prenda all’anno solo 10mila euro (meno di mille al mese). E che nessuno s’indigni.

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