Rivoluzione per gli statali: merito, carriere e valutazioni. Ecco cosa cambia

Rivoluzione per gli statali: merito, carriere e valutazioni. Ecco cosa cambia

“Quando si misura il merito di una persona non si esprime una valutazione valoriale sulla persona, ma si declina il suo profilo di competenze, di esperienze, il suo potenziale”. Con queste parole, Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione, ha annunciato la rivoluzione del merito che cambierà il volto delle aziende e degli enti pubblici.

Giovedì 30 novembre, il numero uno di Palazzo Vidoni – sede del dipartimento della funzione pubblica – ha firmato una direttiva volta ad introdurre dei metodi e degli strumenti di valutazione per tutto il personale del pubblico impiego. Come si legge sul sito del ministero della Pubblica Amministrazione, il provvedimento ambisce a valorizzare le persone all’interno del contesto di cui fanno parte e le cui azioni riguardano tutta la comunità, trattandosi della cosa pubblica. Lo scopo della misura è di individuare dei meccanismi che mettano al centro i dipendenti, e non solo, dando modo di fare emergere le loro qualità e che facciano carriera a seconda di quanto si è più meritevoli. Per usare le parole di Zangrillo:“Valutare il merito significa misurare la capacità che abbiamo di esprimere i nostri talenti, le nostre virtù; significa individuare le aree di miglioramento, in fin dei conti significa impegnarsi a far crescere le persone, che si traduce nel creare valore pubblico”.

Fare gruppo e indurre i propri dipendenti a lavorare in modo sinergico

Sulla base degli obiettivi che il provvedimento prevede che, se si vuole raggiungere l’efficienza dell’organizzazione nel suo complesso, a essere giudicati devono essere sia i capi che i subalterni, coinvolgendo una pluralità di soggetti per arrivare gradualmente a una valutazione a 360 gradi. Per quanto riguarda il livello dirigenziale, questo deve essere valutato in riferimento alla capacità di esercitare adeguatamente la propria “leadership”. Tale capacità viene declinata in relazione alla necessità di incidere sulla motivazione del personale, soprattutto in base ai comportamenti osservabili. I dirigenti che possono vedersi il premio riconosciuto sono coloro capaci di superare gli schemi precostituiti, di fare gruppo e indurre i propri dipendenti a lavorare in modo sinergico e di prendersi le proprie responsabilità.

Valutazione da parte dei colleghi in forma anonima

I dipendenti non saranno valutati solo dal loro superiore, ma anche dai colleghi in forma anonima. Un sistema orizzontale caratterizzato, come spiegato nella direttiva, da “modelli continui e circolari di feedback, basati sul dialogo tra valutatore e valutato, prevedendo, ad esempio, performance interviews a cadenza trimestrale, anche con momenti di autovalutazione”.

Oltre alla valutazione del personale, gli enti della PA dovranno anche costruire dei percorsi volti all’accrescimento delle competenze del capitale umano.

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