In onda questa sera, 30 novembre, alle 23.12 su Iris, Rocky IV rappresenta una sorta di snodo narrativo all’interno della saga cinematografica che è stata in grado di salvare Sylvester Stallone dalla bancarotta. Se nei primi due capitoli si affrontava l’ascesa di un pugile che era pronto a rinunciare al suo sogno e nel terzo Balboa si trovava a convivere con la corruzione della fama, il quarto capitolo è senza dubbio il più drammatico, dal momento che è quello che costringe l’eroe protagonista ad affrontare un terribile lutto. Al pari del primo Rocky, inoltre, Rocky IV è un film pieno di momenti iconici, il più famoso dei quali è quello in cui l’antagonista guarda negli occhi Rocky e pronuncia l’intramontabile frase: “ti spiezzo in due.”
Rocky IV, la trama
Ivan Drago (Dolph Lundgren) è un campione dei pesi massimi, diventato una vera e propria icona del regime sovietico, anche e soprattutto grazie al durissimo allenamento a cui si è sottoposto per raggiungere la fama e una forma fisica che è pari a quella di una macchina per uccidere. Giunto negli Stati Uniti, Drago vuole sfidare apertamente il campione “americano” per dimostrare la propria supremazia. Rocky Balboa (Stallone), si è però ritirato dal ring e si è concentrato soprattutto sulla sua vita privata. Vista la sua impossibilità ad accettare la sfida, Rocky cerca di convincere anche l’amico Apollo Creed (Carl Weathers) a desistere dallo sfidare Drago, la cui forza potrebbe rappresentare un vero e proprio pericolo. Apollo, tuttavia, cede alle provocazioni del pugile sovietico e alle lusinghe del proprio ego e accetta la sfida. L’incontro, però, si risolve nel modo più tragico: Apollo Creed perde la vita, ucciso dai colpi di Ivan Drago. Sopraffatto dal dolore, ma anche pieno di rabbia per una perdita insensata, Rocky decide di rimettersi in forma e accettare di sfidare Ivan sul ring, a Mosca.
Alla scoperta di Ivan Drago
Non è esagerato affermare che Rocky IV deve molto del suo successo non solo al percorso dell’eroe, ma soprattutto all’introduzione di un antagonista capace di riempire lo schermo e di attirare l’attenzione del pubblico, anche se in chiave negativa. In effetti, a ben guardare, Ivan Drago rappresenta un po’ la versione “oscura” di Rocky, il pugile che sarebbe potuto diventare se si fosse lasciato corrompere dalla fama, dalla brutalità della violenza e da un mondo dove l’amore non aveva posto. Se Rocky nel primo capitolo non fosse riuscito a discostarsi dal mondo brutale che era costretto a frequentare per sopravvivere e aveva trovato in Adriana la metà della sua anima che lo aiutava a smussare i suoi angoli più cupi e taglienti, probabilmente anche il campione italo-americano avrebbe finito col prendere una strada molto simile a quella di Ivan Drago: un uomo freddo, stoico, che non ha altre distrazioni che lo possano allontanare dal ring. Ecco perché l’antagonista in questo film è tanto importante: in qualche modo rappresenta per Rocky un guardarsi allo specchio, uno spiare un futuro che sarebbe potuto esistere se non avesse avuto il coraggio e la fortuna di poter prendere decisioni diverse. Nato a Mosca nel pieno degli anni Sessanta, Ivan Drago viene soprannominato la Transiberiana e il Toro Siberiano proprio perché i suoi pugni hanno una potenza che sembra non avere uguali in nessun angolo del mondo. Il suo passato, però, viene in realtà spiegato nel videogame Rocky:Legends, dove si spiega che Ivan Drago viene reclutato proprio con il compito di diventare un campione che potesse umiliare gli Stati Uniti durante il periodo della Guerra Fredda. Lo scontro con Rocky rappresenta la sua prima e unica sconfitta in ambito pugilistico, ma questo gli vale comunque la distruzione della carriera e della reputazione. Ivan Drago viene abbandonato dal suo Paese e da sua moglie, la sua vita cade a pezzi e l’unica cosa che lo tiene in vita è l’addestramento del figlio Victor, che in Creed II sfiderà il figlio di Apollo, Adonis (Michael B. Jordan), portando anche a un nuovo incontro tra Rocky e Ivan.
La scelta di Dolph Lundgren
Proprio perché il personaggio di Ivan Drago era molto importante per la storia di Rocky, era altrettanto fondamentale trovare un attore che sapesse portare sulle spalle un tale peso narrativo. Come si legge sul sito dell’Internet Movie Data Base, Dolph Lundgren fu inizialmente scartato dalle selezioni, perché il direttore del casting lo riteneva troppo alto per poter essere credibile come antagonista di Rocky Balboa. Alle selezioni per il ruolo si presentarono ottomila attori, ma sembrava che nessuno avesse le carte giuste per interpretare il campione dei pesi massimi sovietico. Classe 1957 e originario di Stoccolma, Dolph Lundgren era già un abile artista marziale ai tempi dei provini e non aveva nessuna intenzione di arrendersi dopo aver ricevuto il primo commento negativo. Riuscì infatti a mandare delle foto a Sylvester Stallone che gli rispose, asserendo che aveva delle possibilità di rientrare in gioco per ottenere la parte, ma era necessario che guadagnasse massa muscolare, per rendere più massiccia e “spaventosa” la sua forma fisica. Per mesi Dolph Lundgren si sottopose a allenamenti estenuanti, per i quali richiese anche l’aiuto di Arnold Schwarzenegger, nella speranza di riuscire a ottenere il ruolo che poi divenne uno dei più celebri della sua filmografia. L’attore aveva preso parte nel 1985 a 007 – Bersaglio mobile e sapeva perfettamente che diventare il “cattivo” nella saga di Rocky avrebbe potuto dargli maggiori possibilità di avere una carriera di successo. E così è stato. La sua interpretazione di Ivan Drago – che ha svolto con tale impegno e verosimiglianza da mandare Stallone in ospedale – è diventata così iconica e indimenticabile che l’attore svedese ha continuato a lavorare in modo instancabile. Tra i suoi “lavori” più recenti c’è la saga de I mercenari, il primo capitolo di Aquaman, ma anche il videoclip di Believer, iconico brano degli Imagine Dragons. A lungo Dolph Lundgren è stato al centro di un “mistero” legato a una faida con Carl Weathers (l’interprete di Apollo Creed), che avrebbe reso difficile la lavorazione del film. Mistero che, proprio recentemente, sarebbe stato smentito. Il suo Ivan Drago, comunque, è entrato così di prepotenza nell’immaginario collettivo da essere citato anche in numerosi altri prodotti d’intrattenimento, come il film con Adam Sandler e Jennifer Aniston, Mia moglie per finta.