La Regione Valle d’Aosta ha cancellato ieri dalla toponomastica, con un decreto firmato dal suo presidente Renzo Testolin, il nome Cervinia, una delle stazioni sciistiche più famose al mondo. Da oggi si chiamerà a tutti gli effetti Le Breuil, in omaggio alla cancel culture che, in questo caso, vuole eliminare tutto ciò che richiama il periodo fascista (Cervinia venne «inventata» quasi dal nulla nel 1934).
Chissà se stessa sorte toccherà a breve a località dai nomi coniati dal regime come Val Gardena, Vipiteno, Sestriere, o a parole figlie del Ventennio come ad esempio pallacanestro, tramezzino, cornetto o bombola. Certo è che l’unica cosa di fascista in questa vicenda è proprio la pretesa di voler cancellare e riscrivere da capo la storia (l’ultimo a farlo fu appunto il Duce) facendo leva sulle parole. «Con le parole si può giocare, ma non si scherza. Sono roba seria. Infatti, uno dei primi segni di un potere totalitario e liberticida è proprio il controllo del linguaggio. L’imposizione della censura di alcuni termini e nomi non è pratica che riguarda il passato, anzi, è più attuale che mai. Più andiamo avanti e più regrediamo in questo ambito. Più diventiamo moralistici, smarrendo tuttavia morale ed etica, più ci concentriamo sull’uso di determinati vocaboli, facendone una malattia», scrive giustamente Vittorio Feltri nella presentazione del suo ultimo libro Fascisti della parola, edito da Rizzoli, che smaschera l’ipocrisia (e la follia) della «nomefobia».
Capisco che in quelle bellissime valli valdostane non sia il caso di fare un monumento a chi le ha fatte conoscere prima agli italiani e poi al mondo intero portando crescita e benessere, ma addirittura negare che ciò sia avvenuto al punto da cancellarne dopo quasi un secolo ogni traccia non cambia certo la storia né il giudizio su ciò che è stato il fascismo. In compenso, il mondo intero riderà di noi, le agenzie turistiche andranno in tilt e migliaia di persone saranno costrette a cambiare anagrafe e documenti.
«La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore». Firmato Malcolm X, non esattamente un pericoloso reazionario di destra.