Sensori per l’angolo cieco: anche il Tar stanga il sindaco

Sensori per l'angolo cieco: anche il Tar stanga il sindaco

«Eccesso di potere», «incompetenza del Comune» sulla materia (che è in capo allo Stato), «irragionevolezza», «violazione del principio di proporzionalità» e pure «difetto di istruttoria». Il Tar della Lombardia ieri ha annullato «integralmente» la delibera e l’ordinanza con cui la giunta Sala il primo ottobre aveva imposto il divieto di ingresso e circolazione in Area B per i mezzi pesanti sprovvisti di sensori salva-ciclisti. Le associazioni di categoria avevano chiesto una gradualità, più tempo per mettersi in regola. E alcune società di trasporti e Assotir hanno presentato ricorsi che ieri sono stati riuniti e accolti dal collegio dei giudici amministrativi.

Il Comune non ha le competenze per normare in materia di circolazione stradale per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza, su cui ha competenze «esclusive» lo Stato. L’annullamento coinvolge «anzitutto i veicoli di categoria M2 ed M3 destinati al trasporto di persone e quelli di categoria N3 deputati al trasporto di merci con massa superiore a 12 tonnellate», su cui le società hanno fatto ricorso ma il divieto è annullato anche «per i mezzi di categoria N2 (trasporto merci con massa oltre 3,5 tonnellate ma inferiore a 12)». Il Comune si prepara a presentare controricorso: «Siamo orientati a proporre appello al Consiglio di Stato – spiega l’assessore alla Mobilità Arianna Censi – perché riteniamo questa misura essenziale per proteggere i ciclisti e pedoni e dare più sicurezza a chi usa in maniera sempre più frequente le due ruote o si muove a piedi. Penso comunque, al di là di ciò, che non sia più rimandabile un intervento da parte del Governo, in modo da introdurre questa misura in tutte le città per tutelare chi percorre le strade in bici e a piedi». Esprime «grande soddisfazione» il presidente di Assotir Lombardia Pietro Castelli, «è la conferma della fondatezza delle nostre riserve, fatte presenti a suo tempo al Comune. Il segretario Generale Claudio Donati assicura che l’associazione è «pronta a riprendere il confronto, perché siamo i primi ad essere interessati a che i nostri veicoli viaggino in sicurezza. Abbiamo dimostrato che anche i trasportatori meritano un rapporto istituzionale adeguato alla funzione sociale ed economica assolta quotidianamente nell’area metropolitana. E continuiamo a ritenere che la soluzione debba essere presa in sede nazionale dal Ministero dei Trasporti. Spiace per gli oneri economici affrontati dagli operatori, ora voglio sperare che i responsabili si assumano la responsabilità». E il presidente nazionale Fai Conftrasporto Paolo Uggè avverte che «i nostri legali già approfondendo la sentenza per predisporre le richieste di risarcimento alla imprese danneggiate.

La demagogia di Sala ha provocato disagi e pesanti costi al settore». Il presidente di Federmotorizzazione Simponpaolo Buongiardino sottolinea che la mossa del Comune «è stata un azzardo, ora rischia i risarcimenti, conosco imprese con molti mezzi che hanno speso circa 100mila euro. A tutti noi sta a cuore la sicurezza stradale, serviva una gradualità, iniziare con l’esposizione degli adesivi in attesa della modifica in vista del Codice della strada». E si apre pure un fronte «con le officine che hanno acquistato migliaia di sensori e avevano prenotazioni per mesi» avverte il segretario di Unione Artigiani Marco Accornero. Il centrodestra attacca. «Siamo tutti favorevoli ad aumentare la sicurezza in strada ma i sensori costano tra mille e 5mila euro e in pratica suonano sempre, basta che si affianchi un’auto o un monopattino. Non particolarmente utili in città e non conformi al Codice della Strada – sostiene il leghista Samuele Piscina -. Orachi risarcirà le aziende? Sala si occupi di ciò che è di sua competenza, la manutenzione stradale». Anche per il capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico «la giunta si è occupata ancora una volta di una materia che non le compete. Organizzi corsi di educazione stradale ai ciclisti».

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