Skopje diventa per due giorni l’ombelico del mondo, e il ministro degli Esteri russo Lavrov, la «star» che tutti più o meno attendono. Il summit dell’Osce inizia oggi nella capitale della Macedonia del Nord con una marea di incognite, e una certezza: il vituperato Sergej Lavrov, «ambasciatore» di Putin in giro per il mondo, è più acqua santa che diavolo. Alla fine, ufficialmente, nessuno avrebbe voglia di vederlo alla plenaria dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ma la sua portavoce, Maria Zakharova, fa sapere di avere richieste per parecchi incontri bilaterali con i rappresentanti dei 57 Paesi aderenti. La partecipazione di Lavrov, la prima a un consesso internazionale in Europa dall’inizio della guerra in Ucraina, ha infatti spinto Kiev e i tre Paesi baltici ad annunciare che i loro ministri degli Esteri boicotteranno l’appuntamento. Secondo Margus Tsahkna, ministro degli Esteri estone, la sua presenza «rischia di legittimare l’aggressore russo come membro di diritto della nostra comunità di libere nazioni, banalizzando i crimini atroci che la Russia commette in Ucraina».
Lavrov, che ha dovuto ottenere il permesso della Bulgaria a sorvolare lo spazio aereo di Sofia per raggiungere la Macedonia del Nord, si fa scivolare di dosso le critiche, ben sapendo che la sua presenza a Skopje è fondamentale.
Mosca infatti aveva posto il veto sulla candidatura dell’Estonia alla presidenza del 2024, facendo convergere le preferenze su Malta. Dal Cremlino era però arrivato il «niet» sul voto degli ambasciatori, affidando l’incombenza ai ministri degli Esteri, e quindi anche a Lavrov. Al summit ha già partecipato Antony Blinken, che ieri ha visto a Bruxelles Kuleba promettendo altri aiuti in armi. Il segretario di Stato Usa, che non incontrerà il ministro russo, anzi ripartirà prima del suo arrivo, considera l’Osce, «un’importante organizzazione per affrontare i temi dei diritti umani e politici in Europa».
Per un vertice che inizia, ce n’è un altro che si è chiuso sempre nel segno dell’Ucraina, la ministeriale Esteri a Bruxelles. Al termine dei lavori il segretario generale della Nato Stoltenberg si è detto convinto che «il conflitto proseguirà per tutto il 2024. La Russia ha accumulato una grande riserva missilistica per colpire la rete elettrica e le infrastrutture energetiche, cercando di lasciare la popolazione civile al buio e al freddo. Noi siamo con Kiev, che non è mai stata vicina come adesso alla Nato». Il conflitto però potrebbe estendersi: Mosca infatti ha promesso «ritorsioni» contro la Moldavia cha ha aderito a un pacchetto di sanzioni dell’Occidente.
Nel 643esimo giorno di conflitto 4 funzionari russi sono morti a Yuvileyne (Kherson) durante il bombardamento dei loro uffici. Marianna Budanova, moglie del capo degli 007 ucraini, è stata avvelenata con arsenico e mercurio. Lo hanno confermato fonti di Kiev, incolpando Mosca. Versione smentita dai russi. «Le creature gialloblù» (gli ucraini) si stanno divorando tra loro «come i ragni messi in un barattolo», ha scritto su Telegram l’ex presidente russo Dmitry Medvedev.