La nuova polmonite cinese è pericolosa? Ecco quello che sappiamo

La nuova polmonite cinese è pericolosa? Ecco quello che sappiamo

L’incremento significativo di casi di polmonite tra i più piccoli in Cina, per il quale qualche giorno fa l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) aveva lanciato l’allarme, non sarebbe un caso isolato, visto che anche in Francia iniziano a registrarsi i primi numeri allarmanti: secondo i dati diffusi ci sarebbe stato un aumento del 44% degli accessi ai Pronto soccorso per quanto concerne i bambini di età compresa tra gli zero e i due anni.

Nel nostro Paese, tuttavia, la situazione è ampiamente sotto controllo e non c’è stata alcuna impennata di casi tale da creare preoccupazione.“Al Bambino Gesù, dove abbiamo una media di oltre 300 accessi al giorno al Pronto soccorso, al momento non abbiamo riscontrato alcun aumento”, dichiara infatti il responsabile di Pediatria generale e Dea II Livello presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma Alberto Villani. Il raffronto coi numeri del 2022 testimonia che per il momento non risulta alcuna anomalia. “Tenendo conto della stagionalità e confrontando i dati con quelli dell’anno scorso”, prosegue l’esperto, “non stiamo ancora affrontando in maniera massiva l’influenza e non abbiamo nemmeno criticità con il virus respiratorio sinciziale, i due agenti di norma più problematici in questo periodo”.

I casi di infezione segnalati in Cina e in Francia non sono ancora mai stati registrati al Bambino Gesù di Roma. “Per il momento, nel nostro ospedale, non stanno arrivando casi come quelli descritti in Cina e Francia, che riguardano tendenzialmente bambini piccoli e con sintomi compatibili con l’infezione da Mycoplasma”, precisa Villani, “ma se si dovessero presentare siamo pronti a gestirli”.

Dunque il presunto responsabile di questo genere di nuove infezioni sarebbe un batterio, per la precisione il Mycoplasma pneumoniae, microrganismo peraltro ben noto oltre che particolarmente diffuso soprattutto in età pediatrica. C’è comunque una lieve differenza rispetto a ciò che accade di consueto, dato che ad essere presi di mira sono dei bimbi rientranti in una fascia di età insolita per questo genere di infezioni. “Quello che stupisce è che nei casi in questione il Mycoplasma colpisce prevalentemente i più piccoli, anche sotto i due anni”, sottolinea Villani, “mentre di solito è lo Streptococco il microrganismo più diffuso nelle infezioni del tratto respiratorio nella prima infanzia. Il Mycoplasma, di norma, riguarda i più grandicelli”.

Nonostante i casi in aumento, comunque, le terapie somministrate agli infetti si stanno rivelando efficaci:“Quello che deve, in ogni caso, rassicurare è che finora, né in Cina né in Francia, sono stati riscontrati problemi con la terapia antibiotica, considera l’esperto, “se c’è una cura efficace e disponibile, come nel caso di questa polmonite, possiamo stare relativamente tranquilli”.

L’infezione da Mycoplasma è un po’ particolare rispetto ad altre che colpiscono i polmoni. “Si tratta di una polmonite più complicata di altre da diagnosticare, perché i sintomi possono essere confusi”, precisa Villani, “di solito è presente una tosse insistente, non c’è una grande produzione di catarro e spesso non compare neanche la febbre”. A cosa è bene stare attenti per evitare complicazioni? “Ad allertare devono essere, in ogni caso, tosse importante, difficoltà a respirare, febbre alta, e inappetenza, come per tutte le polmoniti. Di norma bisogna recarsi in Pronto soccorso in casi medio-gravi o se il bimbo ha meno di sei mesi”, suggerisce l’esperto.

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