Re Carlo III e il principe William non sarebbero così uniti come vorrebbero far credere. Parola di Omid Scobie, che nel suo ultimo libro, “Endgame” (Solferino), sostiene che padre e figlio siano in lotta per la Corona. L’erede al trono, convinto che il regno di Sua Maestà sia solo un’epoca di transizione, starebbe tentando di prendersi più spazio possibile, di imporre la sua visione di una nuova monarchia con incredibile freddezza. Carlo, invece, non sarebbe che un uomo viziato, poco amato e non molto convincente nel suo ruolo di Re.
William, un principe freddo e ambizioso?
Un giovane uomo impaziente di regnare, piuttosto irascibile, calcolatore, gelido, estremamente ambizioso: così sarebbe William nella realtà, almeno secondo Omid Scobie. Nel suo nuovo lavoro, “Endgame”, il giornalista fa a pezzi l’immagine di erede al trono gentile e disponibile che siamo abituati a vedere durante gli eventi benefici. Nella quotidianità il principe di Galles sarebbe totalmente concentrato sulla conquista del potere a qualunque costo, anche se ciò significa cercare di mettere in un angolo il legittimo Re Carlo III, dipinto come “un padre fallito e un marito traditore che ha distrutto la vita di Diana”, un uomo viziato che si farebbe persino stirare i lacci delle scarpe.
“[William] non sta dando a suo padre lo stesso spazio che Carlo diede alla Regina. Non c’è tempo per quello”, ha scritto Scobie. Il principe di Galles, infatti, considererebbe quello di suo padre solo un regno di transizione, quasi schiacciato tra i 70 anni sul trono della popolarissima regina Elisabetta e il futuro che lui e Kate scriveranno insieme. Per questo sarebbe ansioso di modernizzare la monarchia secondo le sue idee, “alla maniera Cambridge”.
Secondo Omid Scobie tra Carlo III e il suo primogenito esisterebbe una frattura difficilmente sanabile, che ha origine nei loro caratteri e nelle loro ambizioni opposti: “Contrariamente a quanto si crede [Carlo] regna con la testa e il cuore, [William], sotto questo aspetto, è più freddo. Lui vuole solo portare a termine il lavoro e non ha alcun problema a fare prigionieri lungo il suo cammino”. Il principe sarebbe un uomo senza scrupoli, con lo sguardo fisso sulla meta, qualunque cosa accada.
Due prospettive diverse
Gli uffici di Kensington Palace e di Buckingham Palace sarebbero diventati, ha scritto ancora Scobie in “Endgame”, “alveari di agende in competizione” con “idee differenti sul modo di modernizzare” la monarchia. A tal proposito sembra che Carlo III si sia “indispettito” quando, nel 2020, il principe William lanciò l’Earthshot Prize dedicato alla difesa del pianeta, poiché “aveva sperato che William [lo] coinvolgesse o, almeno, che gli tributasse il merito di averlo ispirato ad assumere questo ruolo”. Da ecologista appassionato qual è, il sovrano si sarebbe sentito messo da parte in questa iniziativa, avrebbe voluto collaborare con il figlio, invece “era come se [l’ambientalismo di Carlo] non esistesse”.
Nonostante ciò, ha puntualizzato il giornalista, “[William] rispetta suo padre”, ma “i loro punti di vista e le loro prospettive sono molto diversi e ritengo che ciò potrebbe diventare un problema negli anni a venire”. Le uniche cose che unirebbero davvero William e Carlo, su cui entrambi si troverebbero d’accordo, sarebbero la frustrazione e la diffidenza nei confronti del principe Harry. Il disappunto per il comportamento del duca dalla Megxit fino a oggi riuscirebbe a far passare in secondo piano le divergenze tra il Re e l’erede.
Fredda e spietata quanto William sarebbe Kate, che “viene applaudita come una bambina che esegue bene il suo compito”, ma sarebbe “terrorizzata dal suo ruolo pubblico”. Una donna capace di “essere fredda, se qualcuno non le piace” (lasciamo da parte il buonismo e l’ipocrisia: ci comportiamo quasi tutti così quando qualcuno non ci va a genio, dunque questa non è poi una rivelazione così clamorosa). Insomma, William e Kate sarebbero i cattivi, diciamo così, nella narrazione di Omid Scobie. Ma siamo sicuri che questi confini tracciati in modo così netto, sicuro, corrispondano alla realtà, che per definizione è molto più sfumata e relativa?