Dopo l’annullamento del viaggio a Dubai, Papa Francesco deve rinunciare anche a un altro pezzettino di quotidianità che, nel caso dell’udienza generale ha rinunciato a leggere la catechesi spiegando ai fedeli di non stare ancora bene come si evince dalla sua voce. Il Pontefice, oltre all’influenza, sta combattendo contro un’infiammazione polmonare che si porta dietro dallo scorso fine settimana tant’é che ha dovuto rinunciare anche al consueto Angelus in Piazza San Pietro.
Lo stato di salute del Papa
Nulla di grave, per fortuna, ma per un anziano di quasi 87 anni pieno di impegni come Bergoglio la guarigione è sicuramente più lenta che in condizioni di assoluto riposo. Per guarire saranno necessari “antibiotici, cortisone e aerosol oltre al necessario riposo“, ha spiegato al Messaggero il prof. Nicola Dardes, pneumologo e internista Responsabile del Servizio di Pneumologia presso Paideia International Hospital di Roma. Anche se si tratta di “un paziente complesso – spiega l’esperto – la sua situazione non appare affatto drammatica”.
La cura migliore
Come detto, il Pontefice è stato colpito da un’infiammazione batterica o virale che è molto comune soprattutto tra persone della sua età. Ecco perché “la copertura antibiotica resta obbligatoria perchè altrimenti si rischia la sovrapposizione batterica anche se si tratta di infezione virale”. Lo pneumologo spiega che, la cura ad hoc, rimane l’antibiotico anche se c’è di mezzo un virus e che i batteri fanno presto ad “unirsi” e peggiorare il quadro clinico ma soprattutto ci vuole molta pazienza e bisogna fare cautela. “In genere i pazienti con un quadro analogo dopo un po’ guariscono ma devono stare a riposo“, ha aggiunto Dardes.
Nelle ultime ore, quando era in udienza generale nell’Aula Paolo VI il Papa parlava a mala pena, aveva una voce rauca e soprattutto si percepiva un respiro corto. “È normale, vuol dire che tutto l’albero tracheo bronchiale è infiammato e potrebbe avere una reazione asmatica“. Alla domanda se Papa Bergoglio possa rischiare la vita, l’esperto è stato chiaro: “Assolutamente no, non c’è questo pericolo, non è indice di gravità. Si devono forse temere delle complicanze, ma non vedo questo rischio”. Quest’infezione è stata presa, molto probabilmente, a causa di un contagio “inter-umano“: per le broncopolmoniti l’iter per guarire è lo stesso per tutti, bisogna evitare di strapazzarsi e i viaggi aerei come quello a cui ha dovuto rinunciare Bergoglio dietro il divieto dei suoi medici. “Il consiglio di non muoversi dal Vaticano è saggio. Ora per la guarigione si tratta quindi di aspettare che i farmaci facciano il loro corso”, ha concluso Dardes.