Nuova condanna della Cedu nei confronti dell’Italia. Lo scorso 23 novembre i giudici della Corte europea dei diritti umani hanno sanzionato Roma per detenzione illegale di minori stranieri nell’hotspot di Taranto, dove ancora oggi permangono 185 minori. Secondo le toghe, l’Italia ha detenuto illegalmente nell’hotspot della città pugliese numerosi minori stranieri non accompagnati, utilizzato trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza, non ha nominato un tutore nè ha fornito loro alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio tale condizione. Il provvedimento riguarda fatti risalenti al 2017, quando a Palazzo Chigi c’era il presidente del Consiglio dem Paolo Gentiloni.
Secondo quanto previsto dalla sentenza della Cedu, l’Italia dovrà risarcire i ricorrenti per il danno loro causato. Quella di sei giorni fa è l’ultima di una lunga serie di provvedimenti contro Roma circa la gestione del fenomeno migratorio e, in particolare, dei cittadini stranieri minorenni:“La rilevanza della decisione è immediatamente percepibile nel contesto attuale, nel quale non solo non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti. Al contrario ne sono implementati ulteriori non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona, come dimostra l’accordo con l’Albania teso all’identificazione e detenzione dei cittadini stranieri all’estero”, la denuncia dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi). E ancora: “Essa è ancora più importante allorquando si consideri che, attualmente, sono quasi duecento i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto”.
L’associazione ha inoltre chiesto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, al Tribunale per i Minorenni di Taranto, al Prefettura, alla Questura locale e al Garante nazionale e regionale per i diritti dei minori “di disporre l’immediato collocamento dei minori attualmente presenti presso l’hotspot nelle strutture per minori come previsto dalla normativa e di garantire il monitoraggio delle condizioni di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati nel rispetto degli standard di umanità e dignità volute dalla Costituzione e dalla Convenzione europea per i diritti umani”. Ricordiamo che poco meno di un mese fa la Cedu condanno l’Italia per le condizioni di vita e la detenzione di tre migranti tunisini nell’hotspot di Lampedusa tra il 2017 e il 2019. Anche all’epoca a Palazzo Chigi c’era Paolo Gentiloni, poi rimpiazzato dal grillino Giuseppe Conte.