Se Dante è l’introduzione a Harry Potter

Se Dante è l'introduzione a Harry Potter

Una quindicina d’anni fa andai a Pechino, dove scoprii che l’opera di Dante circolava in diverse traduzioni ed era molto letta. Mi spiegarono che, in Cina, la Divina Commedia era equiparata, specialmente tra i giovani, a Harry Potter. Sulle prime non la considerai una buona notizia. Poi cambiai idea, grazie all’opera di uno studioso americano, David Damrosch, che ha ribaltato molte mie prospettive.

Giovedì scorso, a Berna, al professor David Damrosch è stato conferito il premio Balzan. Damrosch è storico della letteratura, docente all’università di Harvard e membro della American Academy of Arts and Sciences. Ancora non tradotto in Italia, Damrosch è uno dei principali studiosi di Letteratura Mondiale, un progetto grandioso nato da un’idea di J. W. Goethe, che si propone di studiare le opere letterarie non solo all’interno del contesto che le ha prodotte ma anche il loro divenire in contesti del tutto differenti, che possono determinare – come da noi nel caso de Il nome della rosa – nuove prospettive di lettura e di comprensione.

LD Goethe, che coniò questo termine, immaginò la letteratura mondiale come un tesoro comprendente opere di tutti i popoli affinché questa unità possa favorire una maggiore conoscenza e interazione tra culture diverse. Definizione ancora valida?

DD La definizione di Goethe è molto lungimirante, è cambiata un po’ nel senso che lui la vedeva come qualcosa di futuro, che noi abbiamo potuto vedere con la globalizzazione che è ormai pienamente in atto. C’è una differenza: Goethe pensava che questa conversazione fosse una conversazione d’élite, tra maestri di tutti i Paesi, leggeva il romanzo cinese, leggeva soprattutto la poesia persiana, studiava il persiano perché si era innamorato della poesia di Hfez. Oggi penso che comprendiamo la questione in una gamma molto più ampia di materiale, più popolare che d’élite e per più Paesi di quelli di cui parlava.

LD Che differenza c’è tra la letteratura mondiale e la cosiddetta repubblica delle lettere descritta da Marc Fumaroli nella sua ultima opera, vale a dire quella comunità intellettuale internazionale che sopravvisse in Europa fino al XVIII secolo?

DD Di questo ha parlato anche Pascale Casanova nel libro La République Mondiale des Lettres, un libro molto interessante. Anche in questo caso, si tratta di un’idea di base europea e piuttosto simile a quella di Goethe, un sodalizio più elitario e internazionale di intellettuali e scrittori. Quindi, direi che la differenza è che la letteratura mondiale, così come la vediamo, non è un’unica repubblica, ma molti livelli e tipi diversi di letteratura mondiale in luoghi diversi.

LD La letteratura mondiale non è né una forma di comparativismo né uno studio relativo alla fortuna di un’opera tradotta, ma un modo particolare di leggere i testi, considerandoli dentro una rete più vasta, che comprenda il contributo essenziale delle traduzioni. Mi viene in mente l’apporto decisivo della traduzione di Baudelaire per la conoscenza di E. A. Poe in Europa. Può chiarire questo punto?

DD Questo è davvero un punto essenziale. Sono stato molto interessato alla questione della circolazione e al modo in cui le opere viaggiano all’estero, sia in originale che, molto spesso, in traduzione. Come nel caso della traduzione di Baudelaire, la traduzione fa dell’opera qualcosa di nuovo, non è tanto una perdita dell’originale quanto una sua metamorfosi in forme diverse.

LD In che modo lo studio su una determinata opera (per esempio l’epopea di Gilgamesh) può modificare l’interpretazione di altri testi (come il racconto biblico)?

DD Sono stato molto interessato a questo caso particolare per molti anni. Quando fu scoperto per la prima volta nel XIX secolo, la prima persona che lo tradusse in Inghilterra, George Smith, tenne una conferenza sull’epopea del diluvio e lo mise in relazione con la storia del diluvio nella Bibbia, e si tratta solo di una parte di Gilgamesh, ma cambia radicalmente il senso del testo biblico.

LD Lei sottolinea molto bene il rapporto ellittico che si realizza tra letteratura mondiale e letteratura nazionale. Questo è vero per il passato: non trova però che in molti casi l’idea di letteratura nazionale sia del tutto tramontata a vantaggio di un metodo di scrittura / edizione / distribuzione / comunicazione ormai del tutto globalizzato? Che differenza c’è tra letteratura mondiale e letteratura globalizzata?

DD In realtà non credo che questo sia accaduto, c’è stata molta paura che potesse accadere e qualche celebrazione che potesse accadere, gli studiosi di letteratura comparata a metà del XX secolo erano spesso anti-nazionalisti quando parlavano dell’eresia nazionale che doveva scomparire, che in realtà non è avvenuto, e penso che soprattutto nei paesi più piccoli la letteratura sia una parte molto importante della conservazione dell’identità nazionale, spesso contro le forze egemoniche, le forze imperiali, le forze esterne, lo vediamo oggi in Ucraina in modo molto forte, quindi anche la letteratura mondiale non deve essere una narrazione della nazione, ma un modo per le nazioni di comunicare».

LD La domanda più difficile, da sempre, è: che cos’è un testo letterario? Le opzioni, da 50 anni a oggi, sono due. La prima: il testo come messaggio, domanda, richiesta, come una mano allungata dallo scrittore al lettore per una mutua richiesta di compagnia, per superare il muro della solitudine (Paul Celan, D. F. Wallace). La seconda: il testo come campo aperto delimitato dall’incontro/scontro di eventi storici, movimenti, ideologie, e di cui l’autore costituisce un dettaglio secondario (Foucault, Barthes). Il caso Eckermann, ignorato in patria fino al momento in cui le traduzioni della sua opera gli diedero la celebrità, ci può aiutare a definire un po’ meglio questa idea di testo?

DD Eckermann è un caso molto interessante. I testi hanno molteplici funzioni e molteplici identità, entrambe le definizioni sono molto valide. Lo stesso testo può essere recepito in modo diverso da popolazioni diverse. Direi anche che per me, pensando globalmente, letteratura è ciò che una data comunità definisce come letteratura, e può cambiare in ogni comunità da un secolo all’altro o da un gruppo all’altro.

LD Nel 2007 andai a Pechino dove conobbi diversi dicenti di letteratura. Uno di loro mi disse, con mia soddisfazione, che in Cina Dante era molto letto, e che circolavano diverse traduzioni della Commedia. Disse che molti giovani leggevano Dante, considerandolo però come una specie di introduzione a Harry Potter. Al tempo non ne fui molto soddisfatto: leggendo però la sua opera ho pensato che, in fondo, questa potrebbe essere una buona notizia…

DD Sì, sono molto interessato a questo processo, ma si tratta di nuovi media che danno nuova vita a vecchie opere; infatti, nel mio recente libro Comparing the Literatures l’immagine di copertina è il dipinto cinese intitolato Discussing the Devine Comedy with Dante, e mostra cento figure della storia della cultura con Dante che guarda in basso, insieme ai pittori stessi, e include Michael Jordan, e include Mao Zedong, e Dante stesso. Così Dante ha una nuova vita, e in particolare c’è un videogioco chiamato Dante’s Inferno, e i più puri studiosi di Dante penseranno che questo sia un tradimento, ma in realtà ha riportato a Dante molte persone che non avevano mai sentito parlare di lui prima.

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