Nel maxiemendamento della manovra ci sarà la modifica della normativa sulle pensioni. La salvaguardia non riguarderà solo il personale del comparto sanità, ma sarà rivolto erga omnes. Non ci dovrebbe essere nessuna decurtazione dell’assegno per chi andrà in pensione di vecchiaia, mentre il taglio dell’indicizzazione della quota retributiva sarà graduale per quelle di anzianità (secondo il principio per cui più tardi si esce minore la penalizzazione), mentre resterebbero i diritti acquisiti per chi matura il trattamento previdenziale dal 31 dicembre 2023. È stato il premier in persona a spiegare il meccanismo nel vertice di ieri tra governo e sindacati. «Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi in modo che valga per tutti, non solo per i medici», ha detto aggiungendo che per il comparto sanità «si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela».
Per quanto riguarda il cuneo fiscale, Meloni ha spiegato che «sarebbe bello rendere la misura strutturale, ma diventa difficile in questo preciso contesto quando non sappiamo ancora quali saranno le regole con le quali opereremo nei prossimi anni». Il riferimento scontato è alla riforma del Patto di Stabilità e al margine che sarà concesso sui conti pubblici anche perché alle minori entrate derivanti dal taglio delle tasse bisognerà sempre più sopperire con tagli della spesa e non solo con il deficit come fatto quest’anno. Il presidente del Consiglio ha poi sottolineato che tra gli obiettivi di legislatura c’è anche la detassazione degli aumenti contrattuali, ma la misura «sarebbe stata sostituiva del cuneo, perché il costo si aggirava sui 10-11 miliardi di euro e quindi abbiamo dovuto scegliere».
La risposta del sindacato non è stata univoca. La Cisl del segretario Sbarra è rimasta soddisfatta perché l’incontro ha rappresentato «un segno di rispetto dopo le mobilitazioni» ma soprattutto perché Meloni si è dichiarata «disponibile a lavorare» sulla partecipazione dei lavoratori in azienda (come da pdl di iniziativa popolare della stessa Cisl) definendola «chiave di volta nel sistema economico italiano». Cgil e Uil hanno confermato le loro valutazioni negative in quanto il governo «ha confermato l’impostazione» sulle pensioni e non è venuto incontro alle richieste delle due organizzazioni che si battono per una flessibilizzazione delle uscite con penalizzazioni minime. «Sono confermate le ragioni dello sciopero», ha detto il segretario Cgil, Maurizio Landini, che, pertanto, non ha aggiornato il calendario delle manifestazioni di piazza.
Nella commissione Bilancio del Senato è, intanto, proseguito l’iter del dl Anticipi. I relatori Nocco (Fdi), Borghi (Lega) e Damiani (Fi) hanno fatto propri 4 emendamenti non inseriti nel dl Proroghe riguardanti tra l’altro la stabilizzazione del personale Consob, il rinvio dell’e-fattura per i medici e lo stanziamento di 26,3 milioni nel 2024 per i rifugiati ucraini. Il dibattito politico, tuttavia, riguarda le modifiche del governo che dovrebbero riguardare la semplificazione dell’accesso alla Nuova Sabatini e la competenza della struttura centrale dell’Agenzia delle Entrate per le transazioni con il fisco al di sopra di una soglia predeterminata. Confronto in corso tra maggioranza e opposizione sul ripristino della normativa sulle donazioni di immobili stralciata dalla manovra e e sull’equiparazione dell’indennità da consigliere Csm a retribuzione da lavoro dipendente. La minoranza cerca anche di recuperare risorse per i propri cavalli di battaglia come il bonus psicologo e gli sgravi per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale.