Per Giuseppe Conte quando è troppo è troppo e, dopo avere sopportato tutti i giudizi velenosi di un ex di “lusso” del Movimento Cinque Stelle, ha deciso di dire basta, senza risparmiare punzecchiature. Davide Casaleggio aveva infatti espresso ieri un altro commento non esattamente benevolo nei confronti dell’ex presidente del Consiglio, considerandolo molto più adatto come segretario del Partito Democratico che come attuale capo dei grillini. Un movimento che, secondo le parole del figlio del guru amico di Beppe Grillo, è ormai lontano anni luce rispetto a quello ispirato da Gianroberto Casaleggio e dal comico genovese e ha assunto una connotazione troppo personalistica. E così, con un paio di battute fulminanti, Giuseppi sceglie di liquidare per sempre il presidente dell’Associazione Rousseau, che aveva abbandonato il corpaccione pentastellato un paio di anni fa in polemica sulla presunta violazione di regole e principi di democrazia interna.
A chi gli chiede di commentare le frasi di Casaleggio junior, l’ex capo di governo risponde in questo modo: “È il partito di Conte? No, io sono il fiero leader di questo Movimento“. Ospite del Forum AdnKronos, Conte ribadisce gli stessi concetti che oramai va a ripetere da più di due anni: “Il movimento aveva bisogno di una riorganizzazione centrale, adesso stiamo ricreando quel moto dal basso che si incrocerà in modo virtuoso e ci vedrà ancora più attenti alle comunità locali”. L’utilizzo di quel tempo presente progressivo (“stiamo ricreando“) ha i mesi contati, perché il due volte premier sa perfettamente che, se alle prossime elezioni europee e amministrative il Movimento dovesse confermare i risultati deludenti già ottenuti sotto la sua gestione, la leadership di Conte verrebbe fortemente compromessa. Ecco quindi che arriva la feroce stilettata contro Casaleggio dopo mesi in cui il capo del M5s aveva subìto in silenzio tutte le critiche dell’imprenditore milanese: “C’è un verso di Fabrizio De André: ‘Si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio‘. Mi sembra ben calzante con Casaleggio“.
Pur con uno stile composto, il messaggio di Conte è infuocatissimo. Citando difatti un celebre passaggio della canzone “Bocca di Rosa” del grande cantautore genovese, l’ex presidente del Consiglio etichetta sostanzialmente Davide Casaleggio come una “vecchia” (per quanto non anagraficamente) persona rancorosa e inacidita che sta fortemente rosicando per il ruolo politico che è riuscito ad ottenere in poco tempo dentro il partito pur non avendo partecipato alla sua fondazione e senza un cursus honorum idoneo a guidare una comunità politica. A Giuseppi, dunque, non sono sicuramente andate giù non solo le considerazioni espresse ieri sulla sua ipotetica leadership del Pd, ma anche quelle meno recenti in cui Casaleggio profettizava un Movimento che “non andrà mai da nessuna parte” sotto la nuova gestione e parlava di un salario minimo come proposta infondata. Ora che Conte ha sbottato, al presidente dell’Associazione Rousseau potrebbe non restare altro che fondare una sua nuova formazione politica per rispondergli più con i fatti piuttosto che con le parole.