Qualche linea di febbre, poi la nausea. E la bimba viene uccisa da un’ameba mangia cervello

Qualche linea di febbre, poi la nausea. E la bimba viene uccisa da un'ameba mangia cervello

Aveva mal d’orecchie e si pensava che fosse una banale otite come per tanti bambini della sua età. Poi qualche linea di febbre e il senso di nausea. Infine il decesso. È una storia che viene dalla Colombia, dove una bambina di 10 anni, Stefanía Villamizar González, è morta a causa di un’ameba mangia cervello, un batterio che vive in acqua dolce a temperature variabili, spesso tiepide per permettere il suo sviluppo.

L’episodio risale a quest’estate e, secondo il racconto che è stato fatto dai parenti della bambina, Stefania si trovava a Santa Marta, città sul Mar dei Caraibi in Colombia, per una vacanza insieme alla sua famiglia. Sin dal primo giorno, la piccola passava la maggior parte del tempo nella piscina della struttura in cui pernottavano. La vasca d’acqua era una delle maggiori attrazioni per i tutti i bambini e dunque per Stefania era anche un posto in cui conoscere nuovi amici, ma dopo due giorni dal suo arrivo ha cominciato ad avere i primi dolori alle orecchie. Col passare dei giorni, il mal d’orecchie non accennava ad attenuarsi, anzi il suo malessere peggiorava con la comparsa della febbre e dei conati di vomito. La mamma della bambina, dopo giorni di sofferenze, si è convinta a portare Stefania all’ospedale e dopo averla fatto gli accertamenti del caso, i dottori hanno stabilito che si trattasse di otite e che non c’era niente di cui preoccuparsi.

Una volta dimessa dall’ospedale, la piccola ha cominciato a percepire sempre meno il dolore alle orecchie, la febbre è scesa e anche la nausea ha smesso di attanagliarla. Il ritrovato benessere però è durata poco. Come ha raccontato la mamma della bambina, la mattina del 4 luglio era andata nella camera di Stefania per svegliarla e ha immediatamente notato che la bambina aveva serie difficoltà ad alzarsi dal letto, come se fosse del tutto priva di forze anche solo per sollevare un arto. Inoltre, la bambina non voleva che fossero aperte le imposte delle finestre perché la luce del sole le provocava un tremendo fastidio agli occhi. Dopo svariati tentativi, la piccola è riuscita a mettersi in piedi e a fatica ha raggiunto il bagno per farsi la doccia ma qui, sempre secondo il racconto della madre, sarebbe stata in preda a convulsioni, motivo per cui sono stati contattati gli operatori sanitari per poi farla ricoverare in ospedale. Il 26 luglio a Stefania è stata diagnosticata la morte cerebrale e due giorni dopo è stata dichiarata morta.

La causa del decesso è stata poi rinvenuta nell’infezione da Naegleria Fowleri, conosciuta anche come ameba mangia-cervello che vive in acqua eD entra attraverso il naso per raggiungere il cervello dove innesca la meningoencefalite amebica primaria, un’infezione cerebrale rara e solitamente fatale. Qui si moltiplica e distrugge i tessuti.

Una parente della bambina ha scritto sui social:“Condividiamo la nostra storia in modo che tutte le famiglie possano prendere le dovute precauzioni. Siamo distrutti, devastati. Stefanía era una tennista, pattinatrice e ballerina classica che sognava di diventare una ginnasta. Il direttore operativo dell’hotel dove si ritiene che Stefanía abbia contratto l’ameba si è impegnato a rafforzare gli standard di sicurezza”.

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