Genova È ancora ricoverato in condizioni serie Alberto Scagni, il 42enne genovese condannato a 24 anni e 6 mesi per l’omicidio della sorella Alice e aggredito 6 giorni fa nella cella del carcere di Valle Armea a Sanremo dove stava scontando la pena. Sequestrato e picchiato a sangue con la gamba di un tavolino, ridotto quasi in fin di vita dai due compagni di cella, una coppia di detenuti stranieri, che lo hanno malmenato per ore fermandosi solo con l’intervento in forze della polizia penitenziaria e con l’arrivo del magistrato di turno e del direttore della struttura.
Scagni da giovedì è ricoverato all’ospedale Borea di Sanremo dov’è già stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per cercare di ridurre le fratture subite al volto durante il pestaggio e per la ricostruzione della trachea. Dopo l’intervento i medici hanno ritenuto di mantenerlo in coma farmacologico per la fase post-operatoria e, da quanto emerso inizialmente, ieri mattina sarebbero dovute iniziare le manovre di risveglio.
Ma la Asl1 di Imperia, con una nota, ha fatto il punto della situazione spiegando che le sue condizioni restano ancora gravi.
Dopo gli esami clinici eseguiti ieri mattina, “le condizioni del paziente permangono serie, tali da indurre i sanitari a mantenere lo stato di coma farmacologico” si legge nel bollettino. Il 42enne resta quindi ricoverato in prognosi riservata nella rianimazione dell’ospedale di Sanremo.
Scagni era arrivato nella struttura del ponente ligure da circa un mese, dov’era stato trasferito in seguito ad un’altra aggressione avvenuta a metà ottobre nel carcere di Marassi a Genova. Anche in quel caso a colpirlo era stato il compagno di cella, che lo aveva preso a pugni e aveva continuato ad infierire anche quando era ormai a terra.
Quella avvenuta nel carcere di Valle Armea, la notte tra mercoledì e giovedì scorsi, è stata un’aggressione ancora più feroce, tanto da far parlare di ‘omicidio sventato’.
A colpire Scagni sono stati i due detenuti di origini straniere con i quali divideva la cella, nel padiglione Z del reparto C dedicato ai ‘detenuti protetti’. Nella stessa cella c’era anche un altro uomo a sua volta minacciato e chiuso in bagno mentre avveniva l’assalto. I due aggressori, secondo la polizia penitenziaria, hanno continuato a infierire causando tra i diversi traumi anche la frattura del naso e della mandibola al 42enne, agendo in stato di alterazione dovuta all’assunzione di alcool, ricavato in modo artigianale in cella dalla macerazione della frutta, mescolato a farmaci.
Intanto nella giornata di sabato scorso entrambi gli autori del pestaggio sono stati trasferiti in due diverse strutture penitenziarie su decisione del tribunale di Imperia. In questi giorni anche la madre di Scagni, Antonella Zarri, ha commentato l’accaduto via social. “Uno Stato civile – scrive in un post via Facebook – garantisce i suoi cittadini anche ove ristretti in carcere”. “La collocazione a Sanremo – prosegue – appare frettolosa quanto distratta la sorveglianza”.
Cosa sia accaduto esattamente all’interno della cella dovrà ricostruirlo la procura imperiese che intanto nelle scorse ore ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di tentato omicidio.