Unicredit lascia il club delle big bank

Unicredit lascia il club delle big bank

L’Italia perde la sua unica banca globale. Unicredit esce dalla lista delle banche sistemiche mondiali, quelle il cui fallimento potrebbe innescare una crisi finanziaria mondiale e che sono obbligate ad accantonare una riserva di capitale aggiuntiva crescente. Per la banca guidata da Andrea Orcel la notizia è quindi brutta dal lato del blasone: è un po’ come scendere di categoria. Ma a parte questo, si guadagna sia in termini di vigilanza meno ossessiva, sia dal lato della flessibilità operativa che, per i minori vincoli sul capitale, diventa molto più ampia.

Ora l’elenco, stilato da Financial Stability Board e Comitato di Basilea, non contempla più gruppi italiani. La lista, nata per accordo internazionale dopo la crisi finanziaria del 2008, scende a 29 nomi visto che, oltre a Unicredit perde Credit Suisse (fallito la scorsa primavera e assorbita da Ubs) mentre entra un gruppo cinese: la Bank of Communications. Questa si aggiunge alle altre banche del paese: la Agricoltural Bank of China e la China Construction Bank (per le quali inoltre le richieste di capilate sono dvientate più severe), la Industrial and Commercial Bank of China, la Bank of China. Resta stabile e folto il gruppo dei colossi americani: JP Morgan Chase, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, Bank of New York Mellon, Morgan Stanley, State Street e Wells Fargo. La Francia esprime tre gruppi: Bnp Paribas, Societe Generale, ben presenti a livello internazionale e il colosso delle popolari e casse di risparmio Bpce. La Germania la sola Deutsche Bank, la Spagna il Santander. A queste vanno aggiunte l’olandese Ing, la svizzera Ubs, le britanniche Barclays, Standard Chartered, le canadesi Toronto Dominion, Royal Bank of Canada. La anglo-cinese Hsbc e le giapponesi Mitsubishi Ufj Fg, Sumitomo Mitsui FG, Mizuho FG.

Per Unicredit va ricordato come rientri nella lista stilata dalla Bankitalia delle banche a rilevanza sistemica nazionale alle quali è richiesto un buffer e una riserva di capitale. Assieme a Unicredit l’elenco comprende Intesa Sanpaolo e Banco e, da quest’anno, anche i gruppi Bper Banca, Mediobanca, Bnl e il gruppo bancario cooperativo Iccrea.

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