Fermare il Ponte sullo Stretto, a tutti i costi. Demolirlo, ancor prima della sua costruzione. Anche Report, il programma di Sigfrido Ranucci, fa la sua parte con «L’uomo del ponte». Un’ora, quindici minuti e cinquantuno secondi di domande, dubbi, ombre andate in onda domenica in prima serata su Rai3 per screditare Matteo Salvini, il suo operato e il suo progetto. Un’inchiesta che instilla il dubbio su presunte irregolarità e bugie di chi, quel Ponte, lo vuole realizzare. Andiamo per ordine. I punti criticati e messi in discussione dalla trasmissione tv sono tanti. Uno su tutti i presunti incontri tra Matteo Salvini e l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi che, ai tempi del governo Berlusconi, tra il 2001 e il 2006 in qualità di ministro, seguì la gara per l’affidamento del progetto dell’opera. Un problema secondo la tesi di Report, «nessuna riunione, solo un passaggio di consegne» per l’ex ministro Lunardi beccato sotto casa dal giornalista della trasmissione. Notizia smentita anche dallo staff del ministro Salvini. Ma c’è anche un altro incontro ad attirare l’attenzione di Report, quello tra Matteo Salvini e Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, la società incaricata di costruire il Ponte sullo Stretto. Il Ponte degli Italiani. Un incontro, a dire di Report, consumato prima dell’approvazione del «decreto Ponte». Una notizia usata subito dalle opposizioni che ne hanno approfittato per chiedere un’informativa urgente alla Camera del ministro Salvini. Lui nel frattempo minimizza: «Rispetto Report ma guardo altro in tv» ha detto ai cronisti. «Sarà una grande opera che porterà lavoro e sviluppo in tutta Italia, non solo in Sicilia e in Calabria». Una tesi che non ha convinto i giornalisti di Report che hanno messo in discussone perfino i 100mila posti di lavoro annunciati da Salvini. Per Report l’occupazione non crescerà così tanto e si chiedono da dove arrivi tale stima, mettendo in dubbio le parole del ministro. La risposta arriva da fonti ministeriali che precisano come i posti di lavoro siano stati quantificati grazie all’Ance, l’associazione dei comuni italiani, che prevede una stima di 17 mila posti di lavoro per ogni miliardo investito in opere pubbliche. «Dopo 50 anni di chiacchiere sarò orgoglioso di partecipare a un’opera che l’ingegneria al mondo invidierà» ha commentato il leader della Lega che, già dal primo giorno del suo mandato, non ha smesso di pensare al Ponte. Secondo i giornalisti del servizio pubblico l’infrastruttura non contribuirebbe alla diminuzione degli agenti inquinanti, alle emissioni di Co2, come sostenuto più volte dallo stesso Salvini, anzi. Il Ponte inquina, alludono. Affermazioni che non tengono conto delle analisi del traffico marittimo, dati accessibili a tutti ed usati dallo stesso Salvini per sponsorizzare l’opera green. L’inchiesta si concentra anche sui costi, troppi alti a dire dei colleghi. «Il bando di gara era stato vinto per un appalto da 4 miliardi, oggi in Legge di Bilancio ne sono previsti 11,6 ma non si capisce in base a quale progetto visto che l’unico progetto definitivo esistente risale al 2012» scrivono sul sito della Rai senza tenere conto nemmeno dell’aggiornamento dei quadri economici per l’aumento dei prezzi.