– Tempo scaduto per Elly, la leader del Pd che all’improvviso ha perso la parola. Sarebbe bastato poco, un po’ come ha fatto Giuseppe Conte, e ci saremmo accontentati anche di qualche “se” e molti “ma”. Invece Schlein ha deliberatamente scelto di non condannare la violenza delle femministe contro la sede di Pro Vita e Famiglia. Per la Cgil si era indignata, per le molotov fucsia no. Non le fa onore.
– Bellissima intervista di Pupo a Repubblica secondo cui durante il Sanremo a cui partecipò con il principe Emanuele Filiberto, il Quirinale chiamò la Rai per impedire che il trio vincesse e consegnasse la corona del Festival a un erede della casa Savoia. Faccio fatica a crederci, sono sincero, ma è poetico: si sta già scaldando l’atmosfera che porta all’Ariston.
– Date un occhio a quello che afferma il presidente Ceco, Per Pavel, che in passato ha pure diretto il I Comitato militare della Nato: “Questo inverno (a. Kiev) sarà estremamente difficile perché una grossa parte delle infrastrutture ucraine è stata distrutta e non sono riusciti a ripararle tutte”. La controffensiva è fallita, nonostante i tanti proclami dei giornali occidentali. E la situazione sul campo non è poi così rosea. Il ritorno di Vladimir Putin nel consesso del G20 dimostra inoltre che il sostegno internazionale attorno a Zelensky si sta diradando, così come l’attenzione del mondo ora focalizzata su Israele. Inoltre la Russia avrà tutto l’inverno per riorganizzarsi: “Stanno producendo più munizioni di grosso calibro, più carri armati, stanno reclutando più soldati. Se non teniamo alto il nostro sostegno all’Ucraina, il prossimo anno potrebbe essere ancora più favorevole a Mosca”.
– Un signore di nome Beniamino Zuncheddu si è fatto 32 anni di carcere da innocente. Trentadue. E un intero sistema giudiziario non è riuscito ad accorgersi di come un dirigente di polizia stesse incastrando un povero pastore. Ecco perché, a volte, a finire nelle grinfie della giustizia si prova una terribile paura.
– Avvenire ha fatto una scelta ben precisa, stamattina. Titolo: “La piazza per le donne: “Libere di essere libere”. Sottotitolo: “Ma a guastare la festa di Roma c’è l’attacco del corteo alla sede di Pro Vita e Famiglia”. In sostanza, il quotidiano dei vescovi, il giornale cattolico, preferisce le femministe abortiste (avete letto il loro manifesto?) ai Pro Vita presi d’assalto dalle frange più estreme del movimento Transfemminist3. E poi vi chiedete qual è lo stato dell’arte del cattolicesimo adulto italiano…
– Cosa ci dice il sondaggio di Alessandra Ghisleri pubblicato oggi sulla Stampa? Al di là del titolo, ci conferma che la maggioranza degli italiani (donne comprese) non crede alla favola della “cultura patriarcale” come causa di tutti i femminicidi in Italia. I numeri parlano chiaro: per il 46,7% degli intervistati alla base delle violenze c’è “la responsabilità individuale di chi commette il crimine”; per il 32,1% la colpa è dei modelli sbagliati veicolati da social, musica e cinema; per il 21% dell’incapacità delle famiglie di educare e “solo” per il 31,4% la colpa risiede nella cultura maschilista e patriarcale. La Stampa sottolinea che il dato schizza al 40,2% nel caso del target femminile, più convinti dei maschietti che il patriarcato sia il male della nostra società. Piccolo dettaglio: girando il risultato, potremmo anche dire che quasi il 60% delle donne non vede nella cultura maschilista l’origine dei femminicidi. E visto il tanto sbraitare di questi giorni, questo sì che è un dato che colpisce.
– “Giorgia Meloni si rivelata molto in gamba e capace nell’interfacciarsi con i leader europei, ma è un altro il futuro che noi vogliamo per l’Europa”. Parola di Carola Rackete. Non è mi sorprenda che una “nemica” del governo di centrodestra, decisamente no border, faccia un complimento alla premier. Ma se fossi in Meloni mi mi chiederei: se mi apprezza lei, dove sto sbagliando?
– Un sondaggio ha rivelato che per gli americani il prezzo della felicità si aggira intorno a 1,2 milioni di euro. Insomma: negli Usa il 59% crede che i soldi possano donare eccome letizia. Magari non tutti i ricchi sono felici, ma certo un conto in banca sostanzioso male non fa.
– Dopo la fine della partita tra Juventus e Inter, le docce dello Stadium di Torino non funzionavano. La pressione delle pompe era talmente poca che i giocatori interisti sono stati costretti a risalire puzzolenti in autobus per tornare a lavarsi a Milano. Non succede neppure nei peggiori campi in terra battuta della promozione campana.
– A chiudere il discorso sul patriarcato in occidente ci pensa un paragrafo di un articolo pubblicato da Repubblica. Racconta la storia di Fatma, una donna palestinese di Gaza con otto figli e un marito un tantino violento. Dice: “Il regime islamico sotto il quale vivevamo ci dava pochissimi diritti e libertà. La legge in Palestina presuppone che le donne siano sotto la completa protezione e tutela dei maschi. Gli uomini più tradizionalisti, come mio marito, pensavano di poter disporre di noi come volevano”. E voi mi volete davvero dire che il problema sarebbe il patriarcato occidentale?
– Domanda: quando Non una di meno nel suo proclama per la manifestazione di sabato scriveva di essere “al fianco del popolo palestinese”, quando rivendicava di non avere “margini di ambiguità” sul tema, intendeva dire si schiera col marito picchiatore di Fatma?