Militari Nato omaggiano i caduti russi: lo strano gesto di distensione con Mosca

Militari Nato omaggiano i caduti russi: lo strano gesto di distensione con Mosca

Anche in un’epoca di guerra e tensioni internazionali, non si possono dimenticare le alleanze passate e i momenti in cui si è combattuto fianco a fianco. Nonostante il conflitto in Ucraina stia per raggiungere il secondo anniversario e i rapporti tra Mosca e il mondo occidentale sembrino irrimediabilmente compromessi, due alti ufficiali dell’ambasciata inglese e statunitense hanno reso omaggio ai caduti nei conflitti del Novecento e alle vittime del disastro del sottomarino Kursk.

In un video condiviso su X dalla rappresentanza di Londra in Russia, si vedono gli attaché militari Aaron Drake (Usa) e Adrian Coghill (Uk) mentre depongono fiori in diversi cimiteri e monumenti ai caduti russi e britannici durante la campagna inglese nel Baltico, la Seconda guerra mondiale e la tragedia del 12 agosto 2000. L’importanza simbolica del loro gesto non è da sottovalutare, così come il fatto che le due ambasciate abbiano condiviso queste immagini. Washington e Londra, infatti, sono tra i Paesi che hanno contribuito maggiormente all’invio di equipaggiamento militare in Ucraina e continuano a sostenere una pace che preveda il ritiro completo dell’esercito di Vladimir Putin da tutti i territori occupati, compresa la Crimea. Mosca, da parte sua, ha gradualmente modificato la sua retorica sulla guerra passando dalla “denazificazione” di Kiev al concetto di “lotta contro l’Occidente”.

Con la trasformazione del conflitto in una sanguinosa guerra di posizione, però, le parti stanno iniziando a cercare una via d’uscita. Lo stesso presidente russo ha dichiarato di essere pronto a trattare durante la riunione virtuale del G20 di mercoledì 22 novembre. Il gesto dei due alti ufficiali Nato, dunque, potrebbe essere visto nell’ottica della distensione e di un ritorno graduale alla normalizzazione dei rapporti in vista di un possibile tavolo di pace, anche se è ancora presto per parlare di “inizio della fine” della guerra. I combattimenti, infatti, proseguono lungo le rive del Dnipro e attorno alla città di Avdiivka, dove i russi stanno guadagnando terreno dopo settimane di scontri in cui hanno subito perdite molto elevate. L’attacco con droni kamikaze su Kiev alla vigilia del giorno del ricordo dell’Holodomor, inoltre, dimostra come il Cremlino non abbia la minima intenzione di ridurre l’intensità del conflitto. I due Stati, però, non si possono permettere di rimanere incastrati in una guerra infinita.

L’Ucraina è un Paese distrutto e stremato, con milioni di persone emigrate all’estero, l’infrastruttura industriale devastate e un esercito completamente dipendente dagli aiuti Nato. La Russia, pur con risorse virtualmente infinite a sua disposizione, ha fallito nel tentativo di schiacciare l’avversario e occupare completamente gli oblast orientali. Una risoluzione definitiva sul campo sembra sempre meno probabile e, presto o tardi, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky saranno costretti a trovare un punto d’incontro.

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